Cibi ultra-processati: una dipendenza in crescita!

Articolo del 03 Dicembre 2025
Negli ultimi decenni i cibi ultra-processati sono diventati una presenza costante nell’alimentazione quotidiana. Snack confezionati, prodotti industriali, dolciumi e alimenti ricchi di additivi sono oggi facilmente accessibili, ma il loro consumo abituale può favorire lo sviluppo di una vera e propria dipendenza. Un fenomeno che riguarda in particolare le generazioni cresciute dagli anni ’70 e ’80, più esposte fin dall’infanzia all’offerta di prodotti industriali.
Un fenomeno generazionale
Gli Stati Uniti sono stati i primi a integrare massicciamente i cibi ultra-processati nella dieta quotidiana, una tendenza che negli anni successivi si è diffusa anche nel resto del mondo occidentale. Questo cambiamento, avvenuto soprattutto tra gli anni ’70 e ’80, rende oggi possibile un confronto tra le diverse fasce generazionali.
Secondo i ricercatori, chi oggi ha tra i 50 e i 60 anni è cresciuto in un contesto in cui l’offerta di prodotti industriali era già molto ampia, accompagnata da un’intensa attività pubblicitaria. Gli attuali 70-80enni, invece, hanno vissuto questo cambiamento da adulti, risultando quindi meno vulnerabili a sviluppare comportamenti alimentari dipendenti. Lo studio conferma infatti che le generazioni più giovani presentano percentuali nettamente più elevate di dipendenza.
Una ricerca su oltre duemila adulti americani
Lo studio, basato su interviste telefoniche a un campione rappresentativo di oltre duemila adulti americani over 50, ha utilizzato la Modified Yale Food Addiction Scale 2.0, uno strumento clinico validato per identificare i comportamenti compatibili con la dipendenza da cibi ultra-processati.
I risultati mostrano che:
- tra i 50 e i 65 anni: il 21% delle donne e il 10% degli uomini presenta criteri compatibili con la dipendenza;
- tra gli over 65, la prevalenza si riduce significativamente: al 12% nelle donne e al 4% negli uomini.
I dati evidenziano inoltre una forte associazione tra dipendenza da cibi ultra-processati, isolamento sociale e percezione negativa del proprio stato di salute fisica o mentale.
Perché colpisce di più le donne
Un aspetto emerso con chiarezza riguarda la forte differenza tra uomini e donne. A differenza di altre dipendenze che tendono a coinvolgere maggiormente il sesso maschile, quella da cibi ultra-processati risulta più diffusa nelle donne.
Una possibile spiegazione è legata alla diffusione, negli anni ’80, di prodotti dietetici e “light”, spesso rivolti principalmente al pubblico femminile. Un marketing mirato che, secondo gli studiosi, potrebbe aver contribuito a modellare un rapporto più problematico con alcuni alimenti industriali.
Dal punto di vista clinico, lo studio evidenzia inoltre che
- nelle donne in sovrappeso la probabilità di dipendenza è 11 volte superiore, mentre negli uomini arriva addirittura a 19 volte
- una scarsa salute mentale aumenta il rischio: di 4 volte negli uomini e di 3 volte nelle donne
- una cattiva salute fisica porta a un incremento: di 3 volte negli uomini e di 2 volte nelle donne.
Per approfondimenti: GALILEONET
