Bioenergetica: di cosa si tratta esattamente?

Articolo del 14 Maggio 2021

La Bioenergetica è una tecnica psicocorporea in cui si utilizzano prevalentemente tecniche respiratorie, particolari esercizi fisici, posizioni e contatti corporei nel tentativo di sciogliere i “blocchi energetici” e i meccanismi difensivi che si cristallizzano nel corso del tempo a livello fisico e a livello psicoemotivo.
Il suo fine è l’integrazione tra corpo e mente: una tesi fondamentale in Bioenergetica è che il corpo e la mente funzionalmente sono identici, ciò che succede nella mente riflette ciò che accade nel corpo e viceversa, individuando così una corrispondenza tra struttura del carattere ed atteggiamenti corporei dell’individuo, e una identità funzionale tra processi psichici e quelli somatici.
La pratica della Bioenergetica si pone come una modalità di interpretazione della personalità attraverso i suoi processi energetici i quali hanno origine dalla respirazione, dal metabolismo, dal movimento e dall’attività sessuale che rappresentano le funzioni basilari della vita di ciascun individuo.
Nel corso del lavoro bioenergetico si aiuta la persona ad entrare in contatto con se stessa attraverso il proprio corpo. Usando esercizi specifici essa inizia a percepire in che modo inibisca o blocchi il fluire dell’eccitazione nel corpo; come abbia limitato la respirazione, i movimenti, l’auto- espressione. In altre parole come abbia diminuito la propria vitalità.
La parte analitica della terapia aiuta il soggetto a capire il perché di questi blocchi e inibizioni, per lo più a carattere inconscio, mettendoli in relazione alle esperienze infantili. La persona viene aiutata e incoraggiata ad accettare e ad esprimere le emozioni represse nell’ambiente controllato dalla situazione terapeutica.

L’origine della pratica e della terapia Bioenergetica si deve al medico e psicanalista Alexander Lowen intorno al 1940, allievo di Wilhelm Reich dal quale riprese alcune teorie chiave:

  • Il linguaggio del corpo: Reich introdusse nella psicoanalisi anche l’osservazione del corpo, come l’espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensione muscolare
  • il tema dell’energia orgonica (proveniente a sua volta dalle teorie di Freud sulla sessualità e sulle nevrosi) ovvero l’energia vitale che ha la sua massima espressione attraverso la sessualità e il cui blocco o inibizione conduce a stati di angoscia, inibizione e blocchi.
  • la corazza muscolare e caratteriale costituita dagli atteggiamenti che la persona mette in atto per bloccare emozioni e desideri; per ciascuna tipologia caratteriale esiste un corrispondente atteggiamento della persona. Col passare del tempo essa frena ed in alcuni casi impedisce lo sviluppo della propria spontaneità, creatività e identità; lo stato di tensione muscolare prolungato rischia di cronicizzare sino ad influire negativamente sul carattere della persona incapace di sentire, di comunicare e percepire la gioia e il piacere di vivere. La corazza muscolare e caratteriale è di sette tipi a seconda della zona interessata dal blocco: oculare, orale, cervicale, toracica, diaframmatica, addominale, pelvica.

Lowen coniò il termine di “bioenergia” riferendolo ad una pratica in cui si utilizza un approccio prevalentemente corporeo e si adopera l’espressione delle emozioni insieme ad una componente analitica finalizzata al ripristino dell’equilibrio della mente e del corpo, e al miglior utilizzo delle risorse innate di ciascun individuo. Egli, inoltre, cominciando dall’analisi dei blocchi energetici e muscolari somatizzati giunse a tracciare una mappa delle difese psichiche che costituiscono il carattere di una persona. Nella sua attività fece uso di alcune posizioni di stress che possono aiutare ad allentare le tensioni accumulate. Una dimostrazione di questa distensione muscolare è l’insorgere nei muscoli di una fine vibrazione.

Vibrazione e motilità

Un corpo sano è in uno stato costante di vibrazione sia da sveglio che durante il sonno. Se si guarda un bambino piccolo che dorme si possono osservare leggeri tremiti attraversare la superficie del suo corpo e piccoli sussulti in diverse parti del viso, ma anche sulle braccia e sulle gambe. Questa spontanea motilità proviene da uno stato di eccitazione interna che affiora continuamente sotto forma di movimento. Quando l’eccitazione cresce, c’è più movimento; quando cala, il corpo diventa più tranquillo. L’attività vibratoria è una manifestazione della motilità innata dell’organismo che è anche responsabile delle azioni spontanee, degli abbandoni emotivi e del funzionamento interno. Questa intrinseca motilità non è sotto il controllo dell’io o della volontà, ma è involontaria. Uno degli esercizi fondamentali in bioenergetica ed anche il più semplice da eseguire serve per far iniziare le vibrazioni nelle gambe e aiutare a sentirle. È anche l’esercizio di base del “grounding” o contatto col suolo.

Il Grounding o radicamento

Il grounding è la chiave del lavoro bioenergetico ed è legato alla respirazione. Avere “grounding” è un modo come un altro per dire che una persona ha i piedi per terra. Può essere anche utilizzato per indicare che una persona sa dove è e perciò sa chi è. Quando ha i piedi per terra egli ha contatto con la realtà base della sua esistenza. Egli è radicato nella terra, identificato con il proprio corpo, consapevole della propria sessualità, ed è teso verso il piacere. Il “grounding” implica che una persona si “lasci scendere”, che abbassi il suo centro di gravità, che si senta più vicina alla terra. Il risultato più immediato è aumentare il suo senso di sicurezza. La direzione discendente è la via al piacere della liberazione o della scarica. È la via della soddisfazione sessuale. Le persone che temono di lasciarsi andare sono bloccate nella loro capacità di abbandonarsi pienamente alla scarica sessuale e non riescono a sperimentare pienamente la soddisfazione derivante dall’orgasmo. Lasciarsi andare significa “lasciarsi scendere”, perché inconsciamente ci si tiene su di continuo; si ha paura di cadere e di non riuscire, e perciò di lasciarsi andare e abbandonarsi alle proprie sensazioni.
L’importanza di avere il proprio “centro” nel basso ventre è riconosciuta dalla maggior parte degli orientali. I giapponesi utilizzano la parola hara, che significa ventre ed anche la qualità della persona in quanto centrata in tale zona e quindi equilibrata tanto fisicamente che psicologicamente.

Le discipline zen del tiro con l’arco, l’arte di disporre i fiori e la cerimonia del tè, intendono aiutare a conseguire hara.

La respirazione

Una buona respirazione è essenziale ai fini di una salute vibrante. Lo scopo della bioenergetica è quello di aiutare a sentire e a scaricare le tensioni che trattengono dal respirare con naturalezza.
Questa pratica cerca di riportare la persona ad avere una respirazione profonda e calma in cui l’inspirazione proceda dalla zona pelvica e si diriga verso l’alto fino alla bocca. L’espirazione invece effettua il percorso contrario partendo dalla bocca e dirigendosi verso il basso. Ciò serve per allentare le tensioni profonde e consentire la libera espressione delle emozioni.
Per aiutare a respirare efficacemente Lowen inventò il cavalletto bioenergetico.

Il cavalletto bioenergetico facilita la distensione dei muscoli dorsali contratti, ai quali sarebbe altrimenti difficile arrivare. Aiuta a respirare più a fondo senza dover fare un eccessivo sforzo consapevole. Vi sono vari modi per lavorare sul cavalletto: l’esercizio base consiste nell’adagiarsi con la schiena sul cavalletto e prendere contatto a livello dell’estremità inferiore delle scapole cioè il punto in cui la trachea si divide nei due bronchi principali, ognuno dei quali si dirige al rispettivo polmone. È questa una zona di forti costrizioni nella maggior parte delle persone. Stando distesi sul cavalletto, si allungano le mani per arrivare alla sedia che sta dietro.

La Bioenergetica può aiutare tutte le persone ad approfondire il contatto con se stessi a vivere con pienezza e consapevolmente i flussi energetici essenziali presenti nel proprio corpo. La conseguenza, quasi naturale, è permettere di aprirsi anche al contatto verso l’esterno, divenendo più sensibili, comprensivi, ma anche più diretti nel rapporto con gli altri.

 

Fonte: Benessere.com

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