Contro la solitudine, prescrivere momenti di socialità

Articolo del 12 Luglio 2021

Sono sempre di più le persone che soffrono di solitudine, specie dopo la covid: per combatterla non bastano le medicine: i medici devono prescrivere socialità.

«Trenta minuti di corsi di ballo, un’ora di passeggiata con gli amici e un quarto d’ora di chiacchiere al bar, tutti i giorni per un mese»: non un consiglio di un amico che ci vede un po’ soli, ma una vera e propria terapia prescritta dal medico. Secondo il governo del Galles avere interazioni sociali è fondamentale per combattere la solitudine e l’isolamento, condizioni accentuate dai lockdown e dall’obbligo di distanziamento sociale a cui ci ha costretto la pandemia da covid, tanto che il social prescribing, ovvero la prescrizione di attività sociali, è uno dei punti inseriti nella sua lista di priorità per i prossimi cinque anni.

LA SOLITUDINE: UNA PATOLOGIA DA NON SOTTOVALUTARE. Alice Gray, neuroscienziata britannica di 29 anni, spiega alla BBC di aver combattuto in prima persona la solitudine durante la quarantena: «Spesso si pensa che questa condizione riguardi solo le persone più anziane, ma non è così», sottolinea, «diversi studi hanno dimostrato che, già prima della pandemia, erano i giovani a sentirsi più soli». La covid non ha fatto altro che accentuare una tendenza già avviata, e ha messo in luce l’importanza di curare non solo il corpo, ma anche la mente: l’impatto della solitudine sulla salute è spesso sottostimato ma, come sottolinea Gray, «le persone sole hanno il doppio di possibilità di soffrire di patologie mentali, e la solitudine è considerata un rischio sanitario maggiore di fumo o obesità».

SOCIALITÀ, DUE VOLTE AL DÌ. Social prescribing è un neologismo ideato per dare un nome formale a una serie di servizi non clinici (tra cui anche lezioni di ballo, corsi di giardinaggio o semplici chiacchiere in gruppo) che vengono prescritti da un professionista sanitario. Già prima dello scoppio della pandemia, il Royal College of General Practitioners (RCGP) del Galles aveva redatto un piano d’azione contro la solitudine, sottolineando che «la solitudine e l’isolamento sociale possono avere effetti negativi sui pazienti tanto quanto patologie croniche a lungo termine» e che «soffrire di solitudine aumenta del 50% il rischio di morte prematura».

SALUTE MENTALE: BASTA CON LE CONSULENZE ONLINE. Durante la covid, oltre ad essere peggiorata la salute mentale di molti pazienti, sono diminuite anche le possibilità di chiedere aiuto in presenza: i medici si sono adattati a fornire consulenze online o per telefono, ma ora che le restrizioni si stanno poco a poco allentando riprendono anche le visite in presenza e tutte quelle attività sociali che, si spera, aiuteranno le persone a sentirsi meno sole.

 

Fonte: Focus
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