Coronavirus, una app di monitoraggio per i vaccinati. Obbligo solo in casi estremi.

Articolo del 23 Novembre 2020

Si prepara un campagna informativa, anticipa il direttore generale dell’Aifa Magrini. Ma in vista delle feste di Natale l’Oms invita i governi europei a non sottovalutare la minaccia persistente del Covid-19.

Per monitorare coloro che si sottoporranno alla vaccinazione verrà messa a punto una apposita app come strumento di «farmacovigilanza attiva». In linea di massima la previsione dell’obbligo riguarderà «casi estremi», relativi a situazioni molto particolari. Due degli elementi della strategia vaccinale anti Covid-19, cui sta lavorando in prima linea il commissario straordinario Domenico Arcuri, sono stati anticipati dal direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini. Nel frattempo l’Oms invita i governi a non sottovalutare la minaccia persistente del Covid-19 in vista del Natale, per il rischio che riaperture troppo spinte possano provocare all’inizio del prossimo anno un nuovo significativo rimbalzo dei contagi.

Obbligo solo in casi estremi

Per la partenza l’orizzonte è metà gennaio, quando saranno pronte le dosi iniziali del vaccino disponibile per circa 1,7 milioni di persone. Rispetto alla sicurezza dei preparati allo studio, tre ormai si trovano alle fasi conclusive di studi clinici di ampie dimensioni su diverse decine di migliaia di pazienti. «Possiamo dire che questi studi potranno garantire una buona valutazione dei benefici e dei rischi di questi», taglia corto Magrini. Nessuna fase di studio è stata saltata. «Non ci sono state scorciatoie – precisa, anche in riferimento ai dubbi espressi dal virologo Andrea Crisanti – nè devono esserci». Quanto agli italiani incerti sul da farsi, uno su sei secondo alcune rilevazioni, è necessaria una campagna informativa «rispettosa» e «va aperto un dialogo». Per le ripercussioni generali il timore dei vaccini è stato definito una minaccia globale dall’Oms. Tuttavia l’obbligatorietà è un «meccanismo delicato che va riservato solo in casi estremi, come al personale sanitario e al personale delle Rsa, ma deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate». Si valuterà in corso d’opera, è la conferma del ministro della Salute Roberto Speranza.

A Bologna test vaccino su operatori sanitari

Intanto sui test anche anche l’Italia muove i suoi passi. A Bologna la sperimentazione del vaccino di Oxford-AstraZeneca parte a dicembre su soggetti a rischio: arruolati a cominciare dalla prossima settimana 300 volontari tra gli operatori sanitari del Sant’Orsola e di tutti gli altri ospedali della Usl bolognese. Come spiegato dal professor Pierluigi Viale, primario dell’Unità operativa di malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola, la chiamata alle armi “interna” prende il via dalla prossima settimana in attesa del disco verde definitivo del comitato etico dello Spallanzani di Roma. «Il primo target è quello di operatori sanitari a rischio, poi probabilmente anche operatori sanitari delle Cra e delle strutture di lungodegenza». Si parla di operatori senza una storia Covid-19 accertata, dunque potrà candidarsi solo chi non ha contratto il coronavirus. La sperimentazione sui 300 volontari avviene in doppio cieco nel rapporto “2 a 1”: a 200 sarà somministrato il vaccino e agli altri 100 il placebo. Nessuno, né i volontari né il personale, saprà a chi viene somministrato cosa. Per le somministrazioni «contiamo di partire i primi dieci giorni di dicembre», aggiunge Viale, e queste avverranno in ambulatori specifici col coinvolgimento della medicina del lavoro. Il team che si occuperà della sperimentazione, delle inoculazioni e dei prelievi del sangue per le analisi di follow-up che durano due anni, «sarà composto da 10-12 persone». I centri di Bologna e Modena sono fra i sette in Italia selezionati per la sperimentazione di fase 3 del vaccino Oxford-AstraZeneca. Gli altri non sono ancora stati resi noti.

Lazio al lavoro sul piano. Toti: ragioniamo sui drive through

Nel Lazio si prepara il piano per i primi 200mila vaccini destinati al personale sanitario e delle Rsa compresi gli anziani, tutti i medici di famiglia, i pediatri e i farmacisti. Per una risposta efficace il presidente della Liguria Giovanni Toti ha annunciato di immaginare un coinvolgimento dei punti predisposti per effettuare i tamponi dall’auto. «Abbiamo cominciato già a ragionare non per il primo ciclo di vaccinazioni, che riguarderà solamente il personale sanitario, il personale delle Rsa e gli ospiti delle Rsa, cioè le fasce davvero a rischio e più deboli, ma per quelle successive credo che il sistema del drive through dove si va e ci si vaccina per vaccinare tante persone in poco tempo sarà quello che useremo anche in questa Regione. Ovviamente il confronto con il Governo è appena iniziato».

 

Fonte: Il Sole24Ore

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