È interessante scoprire che esistono diversi prodotti naturali che aiutano ad eliminare i metalli pesanti dal corpo.

Alga clorella
Si tratta di una specie di alga d’acqua dolce che ha dimostrato di possedere proprietà disintossicanti. Agisce come una resina a scambio ionico e ha un buon effetto nel legare i metalli nello stomaco,ma non è altrettanto efficace nel mobilitarli ed espellerli dall’organismo. A causa della sua struttura non sufficientemente sottile, non raggiunge i metalli intracellulari e non attraversa la barriera emato-encefalica (non raggiunge il cervello). Può essere usata anche come una fonte significativa di nutrienti come vitamine, amminoacidi, acidi grassi e minerali.
Vari studi (ne cito uno: Uchikawa, T., Maruyama, I., Kumamoto, S., Ando, Y., Yasutake, A.J., Chlorella suppresses methylmercury transfer to the fetus in pregnant mice, «Toxicol. Sci.», vol. 36 (5), ottobre 2011, pp. 675-680) hanno dimostrato che la clorella “predilige” il mercurio tra tutti i metalli tossici.

Coriandolo (Coriandrum sativum)
Chiamata anche cilantro, si tratta di una pianta che riesce a estrarre i metalli dai tessuti nei quali sono depositati, ma una volta estratti questi metalli rimangono in circolazione e non vengono efficacemente espulsi dall’organismo. È quindi necessario abbinare il coriandolo ad altre sostanze chelanti più efficaci per questa espulsione.
Nell’utilizzo terapeutico di questa pianta vi è però il vantaggio che essa attraversa la barriera emato-encefalica grazie a uno dei suoi componenti, il mercaptano, ed è quindi adatta in particolare per la chelazione del sistema nervoso centrale. È stata oggetto di studi in particolare, fin dal 1995, da parte del giapponese dottor Yoshiaki Omura*.

Selenio
Soprattutto nella sua forma organica è efficace nel chelare il mercurio, ma non altri metalli. È inoltre indicato in casi di affezioni alla tiroide di natura autoimmune. Trattasi di un metallo pesante che potrebbe diventare “tossico” in base al dosaggio. Per ottenere l’effetto terapeutico desiderato, il dosaggio non dev’essere né troppo alto né troppo basso.

Crusca di riso (IP6)

È efficace in particolare per chelare il ferro. Nella parte relativa ai problemi causati dai vari metalli ho parlato anche del problema del ferro. Questo metallo, nella dose giusta è infatti di importanza vitale per l’organismo, ma può provocare dei problemi quando è presente in quantità anche non di troppo superiori al necessario, e non tali da raggiungere i livelli che si vedono in chi soffre di emocromatosi (malattia geneticamente trasmessa nella quale si verificano, a meno che non venga diagnosticata e trattata con flebotomie, degli accumuli eccessivi di ferro prima nel fegato e poi negli altri organi).
L’effetto chelante della crusca di riso è confermato anche dalle grandi proprietà risanatrici che si riscontrano nell’inositolo (inositoloesafosfato), sostanza in essa presente in quantità significative.

Esso ha appunto notevoli qualità di chelazione specifica nei confronti del ferro. Sarà una coincidenza il fatto che i giapponesi, che hanno una lunghezza media di vita tra le più elevate, fanno un largo consumo di riso? E tra l’altro, una sostanza basata soprattutto
sulla crusca di riso (elaborata con procedure tali da renderla più assimilabile) è il costituente principale di un preparato, l’MGN-3-Biobran, prodotto dall’azienda farmaceutica Daiwa in Giappone.

Questo, a quanto pare, sta dando ottimi risultati contro
i tumori. Negli studi (vedi in calce al paragrafo) effettuati su tale sostanza si osserva che, dato che le cellule tumorali utilizzano il ferro come un fattore di crescita primario, i ricercatori in campo oncologico hanno cercato di mettere a punto un farmaco che riuscisse a chelare molecole di ferro e a rimuoverle dal corpo, arrivando così a produrre un antitumorale potenzialmente efficace.
Ricercatori della Wake Forest University, negli USA, osservano che «le sostanze chelanti del ferro possono essere importanti come agenti terapeutici nel trattamento del cancro.

È possibile che l’azione terapeutica sia dovuta a una diminuzione del carico di ferro».
Come si sta ora accertando, questa sostanza naturale, l’IP6, tratta dalla crusca di riso ed efficace per chelare il ferro, sembra dirigere la maggior parte della sua attenzione proprio alle cellule anormali, rimuovendo selettivamente il ferro da quelle tumorali, privandole così del loro fattore di crescita primario. L’IP6 non rimuove invece il ferro dai globuli rossi, poiché il ferro nel sangue è strettamente legato all’emoglobina. A differenza di quanto accade con vari farmaci, le cellule sane non risentono quindi alcun effetto negativo da parte dell’IP6. Ci sono stati numerosi studi su animali che hanno dimostrato che l’IP6 è una sostanza con effetti antitumorali, efficace
e non-tossica. Ciò nonostante, negli USA il National Cancer Institute non ha a tutt’oggi ritenuto opportuno condurre una sperimentazione clinica sull’uomo attinente all’argomento.

Sono invece state condotte molte sperimentazioni in Giappone, in relazione a una forma modificata di crusca di riso, in cui questa crusca è stata resa più assimilabile, con l’aggiunta di estratti del fungo giapponese shiitake. Su questo preparato vi è una lunga serie di studi che ne dimostra l’efficacia non solo per i tumori ma anche per il diabete.
Probabilmente questi eccezionali effetti della crusca di riso modificata sono dovuti non solo alle proprietà di chelazione del ferro ma anche alla rimozione di altri metalli e sostanze tossiche.

Metil-sulfonil-metano (MSM)
L’MSM contiene zolfo e si trova in frutta, verdura, pesce e carne. L’organismo cerca di incorporare lo zolfo nelle cellule nel modo più naturale possibile, in quanto esso agisce a livello della permeabilità delle membrane cellulari, favorendo così processi metabolici di disintossicazione.
Purtroppo la lavorazione degli alimenti distrugge l’MSM e potrebbe quindi essere utile prenderlo sotto forma di integratore.

Acido alfa-lipoico
L’acido alfa-lipoico, in particolare nella sua forma più attiva (acido R-lipoico), lega i metalli tossici intracellulari e aumenta i livelli di glutatione. È solubile nei lipidi, nell’acqua e supera la barriera ematoencefalica, il che lo rende utile per rimuovere i metalli tossici dal sistema nervoso centrale.

Taurina

Questo amminoacido aumenta l’escrezione biliare, protegge la retina, i reni, i polmoni, il cuore e i globuli bianchi (in particolare ineutrofili). Sembra funzionare (ci vorrebbe un maggior numero di studi) come neuromodulatore e antiossidante protettivo del sistema nervoso centrale, in cui è presente in grandi quantità in condizioni fisiologiche. I livelli di taurina possono essere bassi in soggetti con intossicazione da piombo. La taurina protegge i vari tessuti sopra citati dai danni derivanti dai radicali liberi causati da metalli tossici. Si è visto che la taurina ha anche dimostrato un’efficacia nell’aumentare la secrezione di metalli tossici nella bile.

L-glutammina
Si tratta di un altro amminoacido che protegge il sistema gastrointestinale ed è anche coinvolto nella disintossicazione dall’ammoniaca la quale, riducendo la produzione di ATP, interferisce con le reazioni di disintossicazione, che tra l’altro dipendono anche da un’adeguata presenza della stessa ATP. La glutammina è un substrato per il glutatione, e sia i livelli di glutammina che quelli di glutatione possono essere ridotti in soggetti affetti da un’intossicazione cronica da piombo.

Vitamina C (acido ascorbico)
Tra i vari effetti benefici della vitamina C vi è anche quello consistente nell’aumento dell’escrezione di metalli tossici nell’intestino e nella protezione contro i danni da radicali liberi. Questa vitamina potenzia peraltro l’assimilazione di minerali essenziali, tra i quali il ferro, per cui può non essere indicata, in alte dosi, in chi ha un eccesso di ferro**.

Acido malico (tratto dalle mele)
Un chelante supplementare è il magnesio malato, un acido organico
tratto dalle mele. È un elemento importante nel ciclo di Krebs e supporta l’ossigenazione del tessuto muscolare.

…e infine
La lista delle sostanze con effetto chelante/disintossicante non è lunga quanto quella delle sostanze tossiche, ma tuttavia c’è un minimo
di scelta:
• Allicina (estratta dall’aglio).
• Alga spirulina.
• Alga klamath.
• Varie sostanze e prodotti dell’omotossicologia.
Ma la lista si allunga ogni giorno. Così, ad esempio, emerge sempre
di più il fatto che le proprietà benefiche di molte piante, da sempre
usate nella medicina fitoterapica, sono dovute in buona parte anche alla loro capacità di liberare l’organismo dai metalli tossici.

 

Fonte: SC Scienza Conoscenza

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