Uno dei preconcetti più consolidati nella nostra cultura è quello secondo il quale chi ride o fa ridere non è una persona seria: basti pensare a modi di dire come “non fare il pagliaccio”“non farmi ridere” per esprimere la volontà di restare seri.

Eppure se si celebra il 7 maggio, la giornata mondiale della risata qualche fondamento di serietà deve pure averla. La capacità di ridere è una dote preziosa, che non tutti hanno la fortuna di possedere, ed è una caratteristica che rende flessibili e capaci di spirito di adattamento.

La risata è spesso una via d’uscita da situazioni di imbarazzo, ma consente anche di liberarsi da schemi mentali troppo rigidi e strutturati. Saper ridere di un proprio difetto, o di un’azione stupida che si è compiuta, ci permette di osservarci da un altro punto di vista, aiutandoci ad ammorbidire le situazioni di stress e di ansia.

Gli studi universitari sulla risata

Uno degli studi più interessanti sull’argomento è quello pubblicato dalla University of Maryland, Baltimore County (UMBC) e condotto dal professore di psicologia e neuroscienziato Robert Provine sulla scienza della risata.

Con questo studio il professor Provine dimostra che la risata è fuori dal nostro controllo, e scaturisce dalla innata capacità di metterci in connessione gli uni con gli altri. Attingendo a dieci anni di ricerca sul comportamento umano più comune, ma complesso e spesso sconcertante, il professor Robert Provine, massimo esperto scientifico mondiale di risate, indaga i vari aspetti della risata: la sua evoluzione; il suo ruolo nelle relazioni sociali; la sua contagiosità; i suoi meccanismi neurali; i suoi benefici per la salute.

E un altro studio che conferma l’efficacia della risata sulla nostra salute è quello condotto dal professore Lee S. Berk, DrPH, decano associato degli affari di ricerca per la Loma Linda University School of Allied Health Professions: Berk ha cominciato a studiare l’effetto che la risata ha sul corpo fin dal lontano 1988, attraverso una serie di esperimenti durante i quali sono stati mostrati dei video di generi diversi a dei volontari, esaminando poi il loro sangue.

Con i prelievi di sangue, lo studioso ha scoperto che i video comici stimolavano il rilascio di endorfine, l’antidolorifico naturale del nostro corpo, ma anche di serotonina, il nostro antidepressivo naturale, e di neuropeptidi, comunicatori chimici.

Inoltre si è dimostrato che ridendo diminuisce anche il cortisolo, che quindi riduce lo stress, cala la pressione sanguigna, aumenta l’assunzione di ossigeno, migliora il sistema immunitario e diminuisce il rischio di avere malattie cardiache o ictus. La risata è anche un potente afrodisiaco, è estremamente contagiosa e prepara ad una buona dormita ristoratrice.

Ridere bene, con un libro e un film

Ma visto che non tutti possiedono questa capacità di ridere di se stessi o delle circostanze della vita, come fare per acquisirla? Ce lo spiega Richard Romagnoli nel suo best seller Ho imparato a ridere, in cui accompagna il lettore in un cammino di ricerca della felicità interiore, facendogli scoprire che nella semplicità della risata sta il segreto per migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda.

Ma in fin dei conti, per ridere basta saper scegliere il film giusto. Quale? Non ci resta che piangere, con due insuperabili attori come Massimo Troisi e Roberto Benigni.

 

Fonte: Rewriters

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