Il biologo Merlin Sheldrake al Pianeta Terra Festival di Lucca: le loro reti e i loro meccanismi di trasformazione sono alla base della vita sul Pianeta.

Sono sotto di noi, nascono all’improvviso, formano la Rete vegetale del pianeta. I funghi rappresentano una delle più interessanti applicazioni scientifiche per il prossimo futuro dell’umanità.

A raccontarli è Merlin Sheldrake, biologo, divulgatore scientifico, dottorato in ecologia tropicale all’Università di Cambridge: ricercatore della Vrije University di Amsterdam, lavora con la Società per la Protezione delle Reti Sotterranee (www.spun.earth), autore del libro “L’ordine nascosto dei funghi”, edito da Marsilio, vincitore del Royal Society Science Book Prize, è stato ospite il 9 ottobre al Pianeta Terra Festival di Lucca.

“I funghi ci insegnano la connettività ecologica. Sono corpi fruttiferi: per la maggior parte, vivono come reti ramificate e fuse di cellule tubolari, note come micelio”. Aggiunge Sheldrake: “I funghi si fanno strada nel suolo, nei sedimenti solforosi dei fondali oceanici, nelle barriere coralline, nelle foglie, nelle radici e nei germogli delle piante. I batteri sfruttano le reti micelari come autostrade per navigare nella frenetica natura del suolo. Se si tira un filo di micelio, lo si troverà agganciato a qualcos’altro. I funghi, quindi, incarnano il principio più elementare dell’ecologia, quello delle relazioni tra gli organismi, e ci danno un senso vivido delle fitte reti di relazione e comunicazione che costituiscono il mondo vivente”.

Non solo. “I funghi ci fanno uscire dalla nostra immaginazione animale e dalla centralità umana e ci insegnano i molti modi di essere vivi – continua il biologo -. Ci insegnano a riformulare i rifiuti come opportunità, il che è importante, se vogliamo riformare le nostre filosofie disfunzionali sui rifiuti basate sull’uso singolo e sullo smaltimento in discarica o sull’incenerimento. I funghi sono i grandi riciclatori e possono ispirarci a pensare in termini di flussi ciclici di rifiuti”. Il comportamento dei miceli – sottolinea – “ci insegna che i comportamenti intelligenti possono nascere senza un cervello centralizzato. Le reti miceliali non hanno una forma fissa. Rimodellandosi incessantemente, possono navigare in labirinti, risolvere complessi problemi di instradamento ed esplorare sapientemente l’ambiente circostante”. I funghi – sottolinea – “ci insegnano a guardare sotto la superficie ciò che è nascosto, invisibile. Ci ricordano il grande potere delle forme di vita subvisibili di trasformare il pianeta e di mantenere la composizione dell’atmosfera”.

I funghi, quindi, possono insegnare agli umani come sopravvivere. “La vita vegetale è impossibile senza funghi – dice infatti Sheldrake -: ogni volta che coltiviamo una pianta stiamo coltivando dei funghi. Gli antenati delle piante sono usciti dall’acqua solo circa 500 milioni di anni fa grazie alla relazione con i funghi. Oggi quasi tutte le piante dipendono da questi funghi, detti micorrizici, dal greco mykes, fungo, e rhiza, radice”.

La decomposizione, d’altra parte, è uno dei miracoli più sottovalutati del pianeta. Continua il biologo: “I funghi possono digerire qualsiasi cosa, dalla roccia al cherosene, e senza il loro potere di decomposizione la nostra vita sarebbe inconcepibile. Se nulla si decomponesse, sulla Terra si accumulerebbero senza fine i corpi senza vita di animali e piante”. E ancora: “Ricordo che da bambino cercavo di capirci qualcosa e mi sentivo stordito: la nostra vita si svolge nello spazio che la decomposizione lascia dietro di sé. I compositori creano, i decompositori disfano. E se i decompositori non disfano, non c’è nulla con cui i compositori possano creare. È stato un pensiero che ha cambiato il mio modo di intendere il mondo e che continua ad alimentare la mia curiosità”.

Noi umani comprendiamo il mondo dal punto di vista umano. Per un albero che ha mille anni, però, quanto vale un anno? E per i funghi cos’è il tempo? “Credo sia interessante pensare come il tempo sia incarnato in modo diverso negli esseri umani e nei funghi. Nel 1995 l’artista Francis Alÿs ha camminato per San Paolo, portando con sé un barattolo di vernice blu con un foro sul fondo. Per molti giorni, mentre si muoveva per la città, un flusso continuo di vernice gocciolava sul terreno in una scia dietro di lui. La linea di vernice blu ha creato una mappa del suo viaggio, un ritratto del tempo. La performance di Alÿs illustra la crescita di una cellula fungina, un’ifa. La scia tortuosa che lascia dietro di sé è il corpo del micelio. La crescita avviene sulla punta; se si mettesse in pausa Alÿs, mentre cammina con il suo barattolo di vernice, la linea cesserebbe di crescere. Si può pensare alla propria vita in questo modo. La punta che cresce è il momento presente che rosicchia il futuro mentre avanza. La storia della vostra vita è il resto del micelio, le linee blu che avete lasciato dietro di voi. Il groviglio di linee e incroci che compongono la storia della nostra vita parla della natura improvvisata della nostra esistenza, un promemoria dell’apertura dell’evento che chiamiamo vita”.

Nel 2050 si stima saremo 10 miliardi sul pianeta: mangeremo sempre più funghi? “Adoro i garum ai funghi (l’originale è una salsa fermentata a base di pesce molto diffusa ai tempi degli antichi romani ndr) e – continua Sheldrake – la fermentazione è un ottimo modo per avvicinarsi alla vita dei funghi. Per anni io e mio fratello Cosmo siamo stati appassionati di birra e fermentazione: birre, vini, idromele, sottaceti, crauti, kvas, salse piccanti… l’emozione persiste. È difficile non meravigliarsi della trasformazione del miele in idromele e del succo di frutta in vino”.

La fermentazione – per il biologo – “è una sorta di giardinaggio… un modo di addomesticare la decomposizione, di riabitare la putrefazione. In questi barattoli e bottiglie ondate successive di popolazioni microbiche aumentano e diminuiscono, mettendo in atto complesse dinamiche ecologiche. Organismi invisibilmente piccoli hanno plasmato la vita sul pianeta da quando esiste la vita. Ma, a differenza dei vasti cicli biogeochimici che mantengono la composizione dell’atmosfera terrestre o degli oceani, la fermentazione avviene su tempi che possiamo osservare e assaggiare con i nostri sensi. Un barattolo di peperoncini in fermentazione offre una piccola finestra sul modo in cui avviene la vita e la salsa piccante creata da questi microbi rende tutto più gustoso”.