La pubertà è sempre più precoce, specie nelle bambine: secondo gli esperti influiscono obesità, stress e sostanze chimiche.

Negli ultimi decenni i bambini e le bambine si sviluppano sempre prima: secondo alcuni studi, l’età media dell’inizio della pubertà nelle femmine sarebbe scesa di tre mesi ogni 10 anni dagli anni Settanta. Pubertà anticipata non vuol dire solo indossare assorbenti e reggiseni, o cominciare a radersi e cambiare la voce prima del previsto: uno sviluppo precoce sarebbe infatti connesso con un maggior rischio durante l’adolescenza di soffrire di depressione, ansia, abuso di droghe e altri problemi psicologici. Non solo: avere il menarca prima del normale, potrebbe anche aumentare il rischio di sviluppare tumori al seno e all’utero in età adulta. Ma quali sono i fattori che contribuiscono a un arrivo anticipato della pubertà? Gli esperti non lo sanno con certezza, ma avanzano alcune ipotesi.

OBESITÀ. Uno dei fattori che influisce sull’arrivo della pubertà è il peso corporeo: diversi studi hanno evidenziato che le bambine sovrappeso o obese tendono a svilupparsi prima rispetto a quelle normopeso. Uno studio britannico del 2021 ha scoperto che la leptina, un ormone rilasciato dalle cellule di grasso che limita il senso di fame, agisce sulla parte del cervello che regola anche lo sviluppo sessuale. «Non ci sono molti dubbi: l’obesità contribuisce all’arrivo anticipato della pubertà al giorno d’oggi», spiega al New York Times Natalie Shaw, endocrinologa pediatrica del National Institute of Environmental Health Sciences, sottolineando però che l’obesità non può essere l’unica spiegazione.

SOSTANZE CHIMICHE. Uno studio del 2009 condotto su quasi 1000 ragazzine a Copenhagen (Danimarca) ha rilevato che l’età media di sviluppo del seno era appena sotto i 10 anni (un anno prima rispetto a uno studio precedente degli anni Novanta), mentre quella del menarca attorno ai13 (circa quattro mesi in anticipo rispetto ai risultati precedenti): in questo caso, però, non si poteva dare la colpa all’obesità perché il BMI (Body Mass Index, indice di massa corporeo) delle volontarie era uguale a quello delle ragazzine coinvolte nella precedente ricerca.

Per questo Anders Juul, autore dei due studi, ha proposto una teoria alternativa: la colpa dello sviluppo anticipato era da attribuire alle sostanze chimiche con le quali le bambine erano entrate in contatto nel corso della propria vita. Nello studio del 2009, sottolinea, le ragazzine che avevano sviluppato il seno per prime erano anche quelle con il maggior livello di ftalati (sostanze utilizzate per rendere la plastica più flessibile) nelle urine. Altre analisi, tuttavia, non hanno riscontrato una correlazione tra sostanze chimiche e arrivo anticipato della pubertà. Per questo molti studiosi sono scettici riguardo alla teoria di Juul.

ESPERIENZE DIFFICILI E PANDEMIA. Altri fattori che potrebbero far sì che la pubertà arrivi in anticipo, perlomeno nelle ragazze, sarebbero legati a stress ed esperienze di vita difficili: essere vittime di abusi sessuali in tenera età, avere madri che soffrono di disturbi dell’umore, vivere senza il padre biologico – sono tutte esperienze che potrebbero contribuire a uno sviluppo precoce. Anche la covid potrebbe aver fatto la sua parte: secondo uno studio italiano del 2022 durante la pandemia un maggior numero di ragazze (ma non di ragazzi) si sarebbe sviluppato prima del previsto.

PARAMETRI OBSOLETI? Quel che è emerge è un quadro in cui è difficile tracciare un chiaro schema di causa-effetto: diversi fattori contribuiscono all’arrivo anticipato della pubertà, ma nessuno sembra essere determinante. Forse è arrivato il momento di aggiornare i nostri parametri di riferimento, che sono ancora quelli della scala di Tanner, basata su osservazioni condotte tra il 1949 e il 1971 su 700 ragazzi e ragazze vissuti in un orfanotrofio inglese. Secondo questa scala, la pubertà dovrebbe normalmente iniziare a partire dagli 8 anni per le ragazze e a partire dai 9 anni per i ragazzi: se lo sviluppo inizia prima, bisogna verificare che il bambino non soffra di un raro disturbo ormonale chiamato pubertà precoce.

Alcuni medici tuttavia sostengono che, alla luce dei nuovi studi, l’età minima considerata normale per l’arrivo della pubertà dovrebbe essere abbassata, altrimenti bambini sani potrebbero doversi sottoporre a procedure mediche non necessarie. Ma non tutti sono d’accordo: molti pediatri sostengono che il rischio di soffrire di pubertà precoce è ancora alto, e per questo invocano cautela.

 

 

Fonte: Focus

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