Insonnia, dolori, mal di testa: anche i bambini soffrono della sindrome del «Long Covid»

Articolo del 14 Febbraio 2021

Anche i bambini e i ragazzi che si ammalano di Covid possono non recuperare del tutto e continuare a soffrire di uno o più disturbi per mesi, dopo la fase acuta. Possono, cioè, soffrire di quella che viene chiamata sindrome del Long Covid, presente in un malato adulto su dieci. Ed è ancora una volta l’Italia a descrivere la prima casistica di rilievo, in un articolo pubblicato (in attesa di revisione su MedRXiv) dai pediatri del Policlinico Gemelli di Roma coordinati da Danilo Buonsenso.

Lo studio del Policlinico Gemelli di Roma

In essa infatti 129 bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 15 anni sono stati seguiti nel tempo, ed è così risultato chiaro che, a 4 mesi di distanza dalla diagnosi, un terzo aveva ancora uno o più sintomi non attribuibili ad altre malattie.
In più di quattro casi su dieci, inoltre, disturbi quali l’insonnia o il suo contrario, l’ipersonnia, la difficoltà di concentrazione, il fiato corto, i dolori muscolari, la cefalea, la diarrea e altri avevano un impatto pesante sulla qualità di vita. Spiega Buonsenso, che ha iniziato a raccogliere in modo sistematico i dati insieme a due specializzandi, Dario Sinatti e Cristina De Rose, e a una laureanda, Antonia Ricchiuto: «Nel nostro ospedale è stato aperto, in primavera, da Angelo Carfì, uno dei primi ambulatori post Covid d’Italia, e presto abbiamo iniziato a chiedere se in casa ci fossero bambini e ragazzi, e se si fossero o meno ammalati. Con il passare delle settimane, abbiamo visto sempre più spesso bambini e adolescenti che continuavano ad avere uno o più disturbi per i quali non c’erano spiegazioni, esattamente come stava accadendo tra gli adulti in tutto il mondo. Per questo abbiamo iniziato a raccogliere i dati e, parallelamente, a fare indagini sierologiche, per capire se ci fossero anomalie nell’andamento dei marcatori dell’infiammazione o dell’autoimmunità».

I punti oscuri del Long Covid

Il Long Covid, chiarisce il pediatra, è ancora piuttosto misterioso: non si sa se i sintomi siano l’esito di un’infezione che si è cronicizzata, oppure di una persistente infiammazione o, ancora, se lo sconvolgimento immunitario innescato dal Covid lasci dietro di sé una malattia autoimmune.
«Capire meglio con che cosa abbiamo a che fare – spiega ancora Buonsenso – ci aiuterà a fornire risposte più specifiche. Per ora si cerca di trattare i sintomi in modo accurato e non invasivo, quando si può, anche per permettere un ritorno alla normalità e, quando è necessario, si consiglia di affiancare un aiuto psicologico. È però importante che i genitori non si sentano soli o eccessivamente ansiosi e anzi, si rivolgano con fiducia ai pediatri, perché i malesseri dei figli possono essere Long Covid, e saperlo aiuta a prevenire guai peggiori».

L’accordo con i pediatri

Proprio per migliorare l’assistenza ai piccoli pazienti, gli specialisti del Gemelli hanno stipulato un accordo con i pediatri di libera scelta e con gli aderenti alla sezione romana della Federazione italiana medici pediatri affinché le famiglie possano trovare ascolto e i medici avere un rapporto con il team che sta seguendo il Long Covid in modo sistematico e che sta continuando a seguire almeno 200 pazienti.
«Nella maggior parte dei casi – conclude Buonsenso – il Long Covid si risolve nel tempo. Ma, per quanto ne sappiamo ora, non in tutti. E poiché si tratta di organismi in crescita, è indispensabile vigilare e agire quando possibile. Inoltre, visto che si tratta di situazioni che si protraggono per settimane o mesi, il ruolo dei pediatri di libera scelta è essenziale».

Nasce la rete europea per la raccolta dati

La questione è molto sentita a livello internazionale: per iniziativa dei pediatri del Gemelli e di altri colleghi tra i quali gli specialisti dell’Imperial College di Londra e quelli della Clinica pediatrica dell’Ospedale Sechenov di Mosca, in Russia, è nata anche una rete europea, con lo scopo di raccogliere più dati possibili e fornire così un quadro più completo, che possa essere di aiuto sia ai genitori che ai medici.
Fonte24+ de IlSole24Ore

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