La mia cucina contro il cancro

Articolo del 15 Luglio 2021

Nutrire il corpo e affamare il tumore: ecco la via verso la guarigione di Laura Castoldi, chef e consulente olistica, che ha vissuto e superato in prima persona la malattia anche grazie alla cucina macrobiotica e all’incontro con Martin Halsey. La sua storia e i consigli per promuovere e preservare la salute.

Quella di Laura Castoldi è una storia di forza, tenacia, coraggio; di consapevolezza nata e alimentata anche da iniziali sconfitte, da cui si è ripresa per continuare a guardare verso l’orizzonte con la fiducia di chi accetta di passare attraverso un percorso di sofferenza e vuole uscirne a testa alta. Ed è anche la storia di un incontro fortunato e illuminante, che le ha indicato una «nuova via», che ha percorso e fatto propria.

Laura è passata attraverso la malattia più temuta, il cancro; ha affrontato cure pesanti e interventi chirurgici. Poi ha conosciuto Martin Halsey, direttore della scuola di cucina macrobiotica La sana gola di Milano e uno dei maggiori esperti a livello europeo di questo approccio globale alla vita e al cibo. E da lì la sua vita è cambiata.

Dopo la malattia e grazie al fortissimo sostegno e alla formazione ottenuta proprio grazie ad Halsey, si è affermata come chef e consulente olistica, ha avviato una sua attività a Bergamo, «I buoni sani», ed è co-autrice, con il suo «mentore», del libro La mia cucina contro il cancro  (Terra Nuova Edizioni).

Abbiamo dato loro voce per raccontare un percorso che può essere di ispirazione per molti, tra i tanti che ogni giorno incontrano sulla loro strada il tumore.

Paura e coraggio

«Sono partita proprio dalla paura, sentimento faticoso ma anche prezioso, per trovare la forza e il coraggio di fermarmi e mettermi in ascolto, di scoprire risorse che nemmeno immaginavo di avere, di prendere in mano la mia vita e condurla fuori dalla tempesta» spiega Laura. «Nella sofferenza quotidiana ho capito l’importanza di vivere ogni attimo con consapevolezza e gratitudine».

La sfida per lei inizia nel 2008, a 36 anni, con due figli ancora piccoli. Decide di anticipare di qualche mese l’ecografia al seno, che doveva essere una «formalità». «Ma quando il medico mi ha dato i risultati, ecco il fulmine a ciel sereno: cancro» spiega Laura. «Sono partiti subito gli ulteriori accertamenti, l’attesa, i pianti, l’angoscia, anche se ho cercato di mantenere un contesto di tranquilla normalità per i bambini. Era iniziata la trafila delle visite e dei trattamenti. Quante chiacchierate immaginarie con il buon Dio, o chi per lui, sdraiata tra le lenzuola nel silenzio della casa addormentata, con la nausea che mi attanagliava la gola e non mi lasciava prendere sonno, per cercare di trovare un senso, un motivo, una spiegazione, che in realtà non esistono».

«I trattamenti mi annientavano, si servivano del mio corpo per manifestare tutta la loro violenza. Ma anche i fatidici sei mesi della chemioterapia se ne sono andati, le dosi di veleno sono finite, le forze che sembravano sopite si sono ripresentate e anche le sembianze sono tornate più o meno quelle di sempre, a parte qualche ruga e qualche ricciolo in più. Ma la cosa che mi ha stupito ogni giorno è stata la fame, una fame profonda, inesauribile, fame di tempo, di vita, di emozioni, di sguardi, di abbracci, di sentimenti, di carezze, di esperienze, di viaggi, di quotidianità, di gratitudine, di luce, di sole, di amici».

Laura supera questa pesantissima prova grazie anche all’amore e al bisogno d’amore dei suoi figli e di chi le è stato vicino. Poi affronta i controlli ogni sei mesi, fino a che non si ripresenta un nuovo ostacolo. Nel 2012 «rivedo quell’espressione sul viso del medico. Non riuscivo nemmeno a immaginare di dover affrontare di nuovo il calvario, di dover imboccare di nuovo il tunnel. E invece era proprio così, gli accertamenti non lasciavano dubbi».

La ricerca e il cibo

Ma questa volta il tempo dell’attesa diventa il tempo della ricerca. «Ho iniziato a cercare un medico che mi desse fiducia e non mi considerasse un semplice numero, che prendesse in considerazione i miei dubbi, le mie paure, le mie richieste, che capisse le mie esigenze di donna, madre e moglie e mi concedesse il tempo di andare in vacanza con la mia famiglia prima di iniziare il calvario. Ho iniziato a cercare una struttura dove mi sentissi tutelata e protetta. Un omeopata che aiutasse il mio fisico ancora indebolito dalla disavventura precedente a respingere questo attacco e vincere la guerra. Un sostegno psicologico. Poi un giorno, mentre ero a tavola, è arrivata l’illuminazione! E il cibo… Dove lo mettiamo? Mangiare è una cosa che ci accomuna tutti, uomini e donne, per tutta la vita… Come avevo fatto a non pensarci prima? Ho iniziato così uno studio sistematico, attento, approfondito e, tra le proteste e lo scetticismo di familiari e amici medici, ho iniziato una piccola rivoluzione nella dispensa di casa: sono spariti zucchero, latte, formaggi, carne e farine raffinate e hanno fatto il loro ingresso i cereali integrali in chicco, soprattutto il riso integrale, e poi i legumi, il miso, la salsa di soia, le bevande vegetali.
Frutta e verdura abbondano da sempre sulla mia tavola e continuano a essere una presenza rassicurante».

Laura affronta poi un intervento invasivo: «Nonostante il dolore mi impegnavo negli esercizi quotidiani di fisioterapia e sceglievo con estrema cura il cibo di ogni pasto. La brutta notizia è stata che si trattava di una recidiva. Così ho dovuto ricominciare i trattamenti. Ma stavolta andava meglio, le attenzioni che dedicavo quotidianamente al mio corpo e alla preparazione del mio cibo iniziavano a dare i loro frutti. Così ho affrontato anche l’intervento ricostruttivo. Fino alla svolta, grazie a un’amica che mi ha fatto conoscere La sana gola, la scuola di cucina naturale a Milano diretta da Martin Halsey. Ero entusiasta, mi sono iscritta, ho frequentato il percorso di cuoco e ho trovato insegnanti fantastici; quel mondo mi ha appassionato, mi ha conquistato, e quindi poi ho frequentato anche il percorso di terapia alimentare. Il corso Energia del cibo ha rappresentato la svolta, quel clic che segna il punto di non ritorno. L’idea del cibo non solo come chimica ma come energia; ho scoperto l’effetto che gli alimenti hanno sul nostro corpo, l’importanza degli stili di cottura, la possibilità di bilanciare un piatto con piccoli accorgimenti, la scoperta di ingredienti speciali. L’insegnamento più importante è stato senza dubbio il concetto di yin e yang, una vera e propria bussola che mi ha permesso di orientarmi, di modificare le mie scelte a tavola in base alla stagione e alla mia condizione, che mi aiuta giorno dopo giorno a creare equilibrio all’interno del mio corpo e con l’ambiente nel quale vivo. Sono andata anche in consulenza da Martin che mi ha sollecitato ad adottare impegno e rigore e mi ha insegnato a seguire le sue indicazioni senza rinunciare al piacere della tavola. Sono riuscita a compensare velocemente i postumi delle cure e ho scoperto uno stile di vita che mi ha regalato benessere, energia, consapevolezza, pienezza, lucidità, un corpo e una mente forti e flessibili al tempo stesso».

Un nuovo modo di mangiare

«Ciò che ci cambia, che ci passa attraverso “curandoci” e che ci cala in una dimensione consapevole è il fatto di cambiare il modo di mangiare, di adottare abitudini salutari e usare la mente in modo nuovo» spiega Martin Halsey, vero e proprio «motore» della «vittoria» di Laura. «È certamente impegnativo, per questo si procede un passo alla volta ed è bene chiedere aiuto e supporto. L’abitudine di mangiare cereali integrali a ogni pasto può essere acquisita in pochi giorni o settimane; camminare almeno 30 minuti al giorno non è molto difficile; dedicare ogni giorno un po’ di tempo al pensiero positivo o alla preghiera può diventare rapidamente una nuova pratica. Imparare a cucinare e scoprire molti alimenti e piatti nuovi può essere più difficile, così come rinunciare ai dolci o al caffè. Allora, è bene iniziare con ciò che è facile e lavorare gradualmente su ciò che è più difficile».

«La dieta quotidiana è molto importante e occorrono sforzi per cambiare in modo positivo» prosegue Martin Halsey. «I cibi estremi indeboliscono il corpo, la mente e le emozioni, rendendo tutti gli altri sforzi meno efficaci. Per questo motivo, le lezioni di cucina e una guida personale possono essere vitali. La sana gola esiste per insegnare alle persone a cucinare e creare nuove abitudini, sia per la propria salute sia per aiutare gli altri. Corsi, libri, video, vacanze, conferenze, newsletter, siti web, cuochi professionisti preparati e operatori olistici sono tutti disponibili fin da subito per chi ne ha bisogno. Ci sono insegnanti in tutta Italia e possono essere raggiunti anche su skype e online. Questa scuola è il risultato del mio viaggio personale e della mia ricerca della salute e della felicità. Nel corso degli anni ho offerto consulenza a migliaia di persone a abbiamo avuto migliaia di studenti all’interno dei corsi. E tra le allieve migliori c’è certamente Laura, che non solo è riuscita a riguadagnare e rafforzare la sua salute, ma ha anche trovato la sua vera vocazione come insegnante e consulente».

Il cancro: un problema di eccesso

Martin Halsey, con l’esperienza e le conoscenze che ha maturato negli anni, ci offre il punto di vista della macrobiotica alla malattia oncologica, che punta moltissimo sulle corrette abitudini alimentari.
«Dal punto di vista macrobiotico, il cancro è un problema di eccesso» spiega. «Abbiamo sovraccaricato il nostro corpo. La dieta moderna è caratterizzata da enormi quantità di grassi e zuccheri, che dovremmo drasticamente ridurre o eliminare».

E i tre passi fondamentali, secondo Halsey, per modificare strutturalmente la nostra alimentazione in funzione preventiva sono i seguenti:

1. Eliminare i grassi saturi
Il primo passo verso una dieta che rafforza la salute e previene le malattie legate agli eccessi, come il cancro, consiste nell’eliminare i grassi saturi, soprattutto quelli animali. La ragione principale è che il grasso riscalda e costringe il corpo a creare aree di deposito o stoccaggio. In passato le persone avevano uno stile di vita vigoroso, erano esposte al freddo intenso e il grasso nella dieta era importante per fornire sia energia fisica sia calore. Oggi la maggior parte di noi ha uno stile di vita sedentario e raramente deve patire il freddo, pertanto bisognerebbe adeguare la dieta a questa nuova realtà, eliminando o almeno riducendo drasticamente i cibi grassi. Ma in questi ultimi decenni è avvenuto l’esatto contrario. I grassi saturi, presenti soprattutto nei cibi animali (carne, formaggio, uova e latticini), sono duri e appiccicosi e tendono ad aggregarsi nel profondo del corpo.

2. Eliminare lo zucchero e i dolcificanti
Lo zucchero bianco è talmente raffinato da essere ridotto a una singola molecola: il saccarosio. È una polvere bianca prodotta attraverso un processo chimico che ha poco in comune con il cibo. Sfortunatamente, nella dieta moderna lo zucchero viene consumato molto più di qualsiasi altra forma di carboidrato. In una dieta che vuole «alimentare» la salute, tutti i dolcificanti altamente concentrati dovrebbero essere evitati, compresi miele, sciroppo d’agave e fruttosio, a eccezione del malto, in particolare d’orzo e di riso, ottenuto dalla fermentazione dei cereali e che, insieme alla frutta di stagione, può fornire quel gusto dolce di cui abbiamo comunque bisogno ed essere impiegato nella preparazione di dessert sani e buoni.

3. Eliminare le sostanze chimiche presenti negli alimenti
Nella filiera alimentare moderna sono presenti sostanze chimiche in grandi quantità, a cominciare da fertilizzanti, pesticidi e insetticidi. E poiché anche gli animali mangiano cibi che sono pieni di questi prodotti chimici – oltre a ingerire ormoni e antibiotici di cui si fa gran uso negli allevamenti intensivi – tutte queste sostanze tendono a concentrarsi nella loro carne, per poi raggiungere il nostro organismo quando entrano nella nostra alimentazione. Usando solo (o il più possibile) alimenti di provenienza biologica, è possibile arrivare a una dieta che non contiene chimica tossica.

Quali cibi inserire

«Se finora abbiamo visto cosa è meglio non mangiare, è altrettanto importante sapere cosa conviene mangiare» prosegue Halsey. «È essenziale sapere quali cibi rafforzano il nostro corpo e possono facilitare il processo di eliminazione delle tossine. I cereali integrali, insieme alle verdure di stagione e ai legumi, sono gli alimenti più equilibrati e quindi sarebbero quelli da impiegare con più frequenza in cucina. Il cuore di una dieta sana ed equilibrata dovrebbe sempre essere composto da queste tre categorie di alimenti, insieme a condimenti di alta qualità e un uso equilibrato degli stili di cottura. Mangiare cereali integrali, verdure e legumi crea elasticità nel corpo e fornisce le varie qualità di yin e yang necessarie per creare e mantenere l’armonia di tutti i nostri tessuti corporei. Il suggerimento per coloro che hanno avuto malattie importanti è di evitare completamente i grassi animali (carne, uova, latte e formaggi), mentre per la maggior parte delle persone il suggerimento è di ridurli in modo significativo».

La storia di Laura è una tra le tante che hanno visto un decorso positivo della malattia e Martin Halsey è testimone di grandi cambiamenti nelle «migliaia di donne che hanno affrontato questo percorso di consapevolezza, con risultati eccellenti» spiega lo stesso Halsey. «Laura è riuscita anche a crearsi una vita nuova e una nuova professione, e a lei va la mia stima, senza dimenticare tutte coloro che hanno scelto la strada della macrobiotica rinascendo letteralmente in una condizione rinnovata di benessere. È una grandissima soddisfazione e un obiettivo importante, che va conosciuto e condiviso il più ampiamente possibile».

 

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