L’aura potentissima dell’idrossitirosolo

Articolo del 09 Ottobre 2021

La dieta mediterranea è da sempre oggetto di studio in quanto associata a un miglioramento della salute umana. Il consumo della dieta mediterranea ha dimostrato di avere un grande impatto su molti disturbi, tra cui diabete, malattie cardiovascolari, cancro e invecchiamento.

Molti dei benefici associati alla dieta mediterranea sono il risultato di un elevato apporto di antiossidanti e sostanze antinfiammatorie presenti in diversi alimenti e bevande. In particolare, sono molteplici gli effetti benefici per la salute legati al consumo dell’olio di oliva.

L’olio di oliva contiene grandi quantità di acidi grassi monoinsaturi e molecole antiossidanti come i polifenoli. Queste molecole conferiscono particolari caratteristiche organolettiche, contribuiscono alla stabilità all’autossidazione del prodotto e conferiscono numerose proprietà salutistiche all’olio di oliva.

L’idrossitirosolo

È un polifenolo che negli ultimi anni ha suscitato grande interesse nei settori alimentare, degli integratori e farmaceutico. È uno dei più potenti antiossidanti naturali conosciuti e ha dimostrato di conferire anche proprietà antinfiammatorie anticancerogene. Inoltre, è in grado di agire come molecola cardio e neuroprotettiva.

L’idrossitirosolo si trova nella pianta dell’olivo (Olea europaea) come prodotto di degradazione dell’oleuropeina a seguito dell’idrolisi che avviene durante la maturazione del frutto e durante lo stoccaggio e la lavorazione delle olive da tavola.

È presente nelle foglie, nei frutti, nell’olio e negli scarti oleari. Le acque reflue di frantoio e la frazione di rifiuti semisolidi possono contenere fino al 98% di idrossitirosolo e altri componenti fenolici. Il contenuto di idrossitirosolo nell’olio d’oliva dipende dalla cultivar, dalla posizione della piantagione, dal processo di produzione e trasformazione dell’olio e dalla sua qualità.

Come agisce?

I composti fenolici come l’idrossitirosolo fanno parte di una famiglia di composti naturali che hanno la capacità di trasferire un idrogeno dal loro gruppo ossidrile fenolico a specie reattive dell’ossigeno. Questo meccanismo d’azione comporta la minimizzazione del danno da processi ossidativi nelle cellule dei mammiferi.

L’idrossitirosolo viene assorbito nell’intestino dopo una rapida degradazione dell’oleuropeina, mentre gli altri composti fenolici vengono metabolizzati nell’intestino tenue e crasso.

Quali effetti ha sulla salute umana?

È stato dimostrato che l’idrossitirosolo esercita effetti anticancerogeni promuovendo l’apoptosi delle cellule cancerogene e l’inibizione della proliferazione attraverso l’attivazione di specifiche vie metaboliche. Inoltre, migliora i meccanismi di regolazione dei livelli di insulina nelle persone a rischio di sviluppare il diabete; è stato suggerito che l’attività antiossidante dell’idrossitirosolo riduce lo stress ossidativo legato alla resistenza all’insulina.

È anche noto che l’idrossitirosolo sia in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, favorendo l’eliminazione dei radicali liberi a livello del sistema nervoso. Un recente studio ha dimostrato la sua efficacia nella riduzione degli stati infiammatori a livello cellulare e dello stress ossidativo e nel contrastare il danno pancreatico e intestinale associati a pancreatite acuta.

Dosaggio consigliato e usi

L’idrossitirosolo è generalmente sicuro e non tossico. Uno studio del 2013, ha mostrato che nei modelli di roditori un dosaggio fino a 500 mg/kg/giorno non ha avuto effetti avversi per un periodo di 13 settimane. Inoltre, non sono stati osservati effetti genotossici o mutageni su modelli in vitro. Il panel dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sui prodotti dietetici, l’alimentazione e le allergie ha stabilito nel 2017, che un dosaggio di 50 mg/kg di peso corporeo al giorno non comporta l’insorgenza di effetti avversi.

Ad oggi sono disponibili numerosi brevetti sull’idrossitirosolo e su altri fenoli presenti nell’olivo, e il numero è in continuo aumento. Inoltre, il crescente aumento di dati relativi agli effetti sulla salute umana, potrebbe estendere l’utilizzo di questa molecola come ingrediente funzionale di cibi, integratori alimentari e cosmetici.

 

Fonte: Missione Scienza

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