Tutte le malattie hanno una componente psichica?

Articolo del 30 Gennaio 2023

Una guarigione completa, per qualunque malattia, deve prevedere tutti e due gli aspetti, quello biologico e quello mentale, indipendentemente da quale sia la leva iniziale con la quale sia incominciato il percorso di cura.

Si può iniziare un percorso di guarigione dall’ipertensione affrontando gli aspetti di ansia o aggressività che la aggravano e solo in un secondo tempo dedicarsi alla riduzione degli alimenti ricchi di sale come formaggi e affettati, o viceversa. Di certo l’azione su un piano favorirà l’altro. Non è possibile pensare a un’azione psicoterapeutica senza essere consapevoli del suo valore medico, così come non è possibile pensare a un’azione medica che non tenga conto del rapporto medico-paziente o degli aspetti emotivi e motivazionali della questione. Lo psicologo è, suo malgrado, medico. Il medico deve per forza essere anche un po’ psicologo. Medici e psicologi che ancora pensino di operare su piani distinti, dovranno prendere atto di questa nuova realtà condivisa.

Una trattazione di tutte le patologie a componente mista biologica e psicologica (pressoché tutte) sarebbe impossibile. Ecco dunque la necessità di una scelta limitata ad alcuni esempi, magari in grado anche di sorprenderci un po’. Perché se da un punto di vista medico è abbastanza evidente l’esistenza di una componente psichica nella depressione, nei disturbi somatoformi e nell’ipertensione, più inusuale è la forte connessione con l’ipotiroidismo, con le patologie allergiche o autoimmuni e con il sovrappeso.

In particolare su ipotiroidismo e allergie la presenza di una forte componente psichica è stata raramente studiata, mentre l’esperienza clinica suggerisce invece che possa giocare un ruolo determinante.

Quante persone, sottoposte a un forte stress o a un lutto da elaborare (separazione, licenziamento) sviluppano come naturale risposta difensiva un leggero rallentamento tiroideo? Di norma tale rallentamento (che serve a riprendere un po’ di “fiato”) si riequilibra da solo nel giro di poche settimane o mesi. Salvo avere la sfortuna di incappare in un controllo ematico proprio in quelle settimane, magari con un solerte professionista che intervenga a sproposito con una terapia ormonale sostitutiva inutile quanto potenzialmente dannosa.

L’argomento sovrappeso è strettamente correlato con componenti psichiche rilevanti (l’epidemia di obesità, il diabete e le malattie correlate stanno diventando un’emergenza planetaria). Il superamento dell’obsoleta logica del calcolo calorico, che ormai sa più di presa in giro nei confronti dei poveri pazienti, mi ha portato negli anni a elaborare dinamiche di cura in grado di stimolare – per via biologica o con interventi psicoterapeutici efficaci – il ripristino del segnale leptinico, indispensabile a un vero dimagrimento che non duri solo il tempo di un fuoco di paglia. 

La continua reciproca, non gerarchica e circolare interazione tra corpo e mente continuerà a stupire e a stimolare menti aperte e curiose. Lasciamo che altri, affezionati alla linearità logica delle loro professioni, si stupiscano dei risultati.

Oggi è sempre più necessario integrare le cure attraverso un approccio al paziente più umano, meno “protocollare”, meno “diagnostico e farmacologico”, che prenda in considerazione – finalmente in modo integrato – gli aspetti medico-biologici e quelli psicologici per ottenere una guarigione stabile e duratura del paziente, piuttosto che una misera soppressione farmacologica dei sintomi

 

Fonte: L’altra medicina

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