Da qui a marzo ecco cosa potrebbe accadere in 4 scenari: dal migliore al peggiore che farebbe scattare un nuovo lockdown totale.

Articolo del 13 Ottobre 2020

È pronto il documento curato dall’Iss-Ministero e Regioni con la collaborazione di Regioni, Protezione civile, Aifa, Inail, Spallanzani, Università Cattolica, Areu 118 Lombardia e Ist. Bruno Kessler, con le misure di prevenzione e risposta a COVID-19 in base ai possibili scenari evolutivi della pandemia.

Il corposo documento (in tutto 127 pagine corredate di grafici e tabelle) si intitola “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale“.

Nel testo, come già anticipato in base alla versione provvisoria circolata nei giorni scosi, vengono definiti 4 ipotetici scenari di evoluzione dell’epidemia a cui corrispondono diversi livelli di rischio e conseguenti misure che possono portare nel peggiore dei casi ad un nuovo lockdown nazionale.

SCENARIO 1. Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020, con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati (inferiore a 1 mese) e bassa incidenza, nel caso in cui la trasmissibilità non aumenti sistematicamente all’inizio dell’autunno, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici.

In questo caso sono associati diversi livelli di rischio a cui corrispondono diverse misure:

Ri-modulazione delle attività con misure meno stringenti (de-escalation) o mantenimento interventi: ordinari, tra cui:  isolamento casi; quarantena contatti; precauzioni standard (DPI, distanziamento fisico, igiene individuale/ambientale) definite dalle Istituzioni competenti (CTS, Ministeri, ISS, INAIL ecc.).

Se l’evoluzione dovesse essere moderata prevista anche una valutazione del rischio nella Regione/PA per definire situazioni sub-regionali di rischio più elevato (circolazione nelle provincie/comuni; focolai scolastici) Interventi: ordinari + straordinari in singole istituzioni (es. scuole) o aree geografiche limitate.

E ancora: maggiore controllo della reale implementazione delle misure già adottate sul territorio (vedi criteri minimi); precauzioni scalate laddove indicato nei documenti prodotti per ambiti e contesti specifici (es. scuole) solo in aree con maggiore rischio di esposizione; possibilità di chiusura di attività, sospensione di eventi e limitazione della mobilità della popolazione in aree geografiche sub-regionali (comuni/province).

SCENARIO 2. Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1,25 (ovvero con stime dell’Intervallo di Confidenza al 95% – IC95% – di Rt comprese tra 1 e 1,25), nel caso in cui non si riesca a tenere completamente traccia dei nuovi focolai, inclusi quelli scolastici, ma si riesca comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie.

Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità potrebbe essere caratterizzata, oltre che dalla evidente impossibilità di contenere tutti i focolai, da una costante crescita dell’incidenza di casi (almeno quelli sintomatici; è infatti possibile che si osservi una riduzione della percentuale di casi asintomatici individuati rispetto al totale vista l’impossibilità di svolgere l’investigazione epidemiologica per tutti i nuovi focolai) e corrispondente aumento dei tassi di ospedalizzazione e dei ricoveri in terapia intensiva.

La crescita del numero di casi potrebbe però essere relativamente lenta, senza comportare un rilevante sovraccarico dei servizi assistenziali per almeno 2-4 mesi.

Anche a seconda dell’evoluzione di questo scenario potranno essere adottate misure come:
– Distanziamento fisico: es. chiusura locali notturni, bar, ristoranti (inizialmente potenzialmente solo in orari specifici – es. la sera/notte in modo da evitare la “movida”)
– Chiusura scuole/università (incrementale: classe, plesso, su base geografica in base alla situazione epidemiologica)
– Limitazioni della mobilità (da/per zone ad alta trasmissione ed eventuale ripristino del lavoro agile in aree specifiche
– Restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale (zone rosse) per almeno 3 settimane con monitoraggio attento nella fase di riapertura. In caso non si mantenga una incidenza relativamente bassa ed Rt

SCENARIO 3. Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt comprese tra 1,25 e 1,5), e in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie.

Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2), mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio settimanale. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi.

È però importante osservare che qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire potrebbe essere maggiore.

Se dovessimo trovarci in questa situazione per 3 o più settimane consecutive sono possibili lock down locali temporanei su scala sub-provinciale, l’istituzione di zone rosse con lockdown temporanei (<2-3 settimane) con riapertura possibile valutando incidenza e Rt.

Possibile anche l’interruzione delle attività sociali/culturali/sportive a maggior rischio di assembramenti e l’interruzione di alcune attività produttive con particolari situazioni di rischio così come possibili restrizioni della mobilità interregionale ed intraregionale. Potrebbe scattare la sospensione di alcune tipologie di insegnamenti che presentano condizioni di rischio più elevato (es. educazione fisica, lezioni di canto, strumenti a fiato, laboratori ad uso promiscuo, etc.) e le lezioni sarebbero scaglionate a rotazione mattina e pomeriggio, se serve aumentare gli spazi.

Possibile infine anche la chiusura temporanea di scuole/università in funzione della situazione epidemiologica locale (es. singola struttura o più strutture in un’area).

SCENARIO 4. Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5).

Anche se una epidemia con queste caratteristiche porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati, uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi.

La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani). A questo proposito, si rimarca che appare piuttosto improbabile riuscire a proteggere le categorie più fragili in presenza di un’epidemia caratterizzata da questi valori di trasmissibilità.

In questo caso potrebbe scattare un lock-down generalizzato con estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico. Inoltre sarebbe facile prevedere anche la chiusura delle strutture scolastiche/universitarie di estensione e durata da definirsi rispetto allo scenario epidemiologico ed attivazione della modalità di didattica a distanza sempre ove possibile.

 

Fonte:  QuotidianoSanità.it