Per un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente si sperimentano anche fertilizzanti batterici, che aiutano senza danneggiare il suolo.

Dove non arriva la natura arrivano pesticidi e fertilizzanti, che aumentano il ritmo della produzione agricola per stare al passo con la richiesta mondiale di cibo. Tuttavia, l’uso di prodotti chimici influisce negativamente sull’ambiente circostante e il suolo, oltre che sulla qualità del cibo coltivato: per questo si pensa ad alternative più ecologiche per proteggere le piante da malattie e insetti. Una possibile alternativa sono i batteri, che non sempre sono sinonimo di sporco e malattie: quelli presenti nel nostro microbiota intestinale, ad esempio, sono fondamentali per mantenerci in salute; quelli che vivono nel suolo possono invece essere di grande aiuto alle piante.

BATTERI BUONI. Come spiega un articolo pubblicato sulla versione spagnola di The Conversation, in un grammo di terreno possono vivere un miliardo di batteri: alcuni producono ormoni vegetali che aumentano la crescita delle radici delle piante e le aiutano ad assorbire il nutrimento necessario dal suolo; altri trasformano, attraverso diversi meccanismi chimico-fisici, alcuni elementi fondamentali come azoto, ferro e fosforo, che altrimenti non potrebbero venire assorbiti dalla pianta; altri ancora tengono lontani insetti, funghi e altri parassiti o patogeni, agendo dunque come dei pesticidi naturali.

ECONOMICO ED EFFICACE. Oltre ad essere più ecologico, l’uso di fertilizzanti batterici è anche economicamente più vantaggioso, poiché implica una riduzione del 30% nell’uso di acqua e fertilizzanti chimici. Secondo quanto rileva un progetto condotto dall’Università di Siviglia, che sta sperimentando l’utilizzo di batteri in coltivazioni di fragole in serra in Andalusia, le piante innaffiate con fertilizzanti batterici non crescono tanto quanto quelle trattate con fertilizzanti chimici, ma producono quasi la stessa quantità di frutti di grandezza simile. Dopo aver ottenuto buoni risultati in serra, i ricercatori stanno ora sperimentando questo nuovo metodo ecologico anche in coltivazioni all’aria aperta: per vedere i risultati bisognerà aspettare ancora qualche tempo.

 

Fonte: Focus

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