È possibile influenzare a distanza il decorso di una patologia? È possibile attivare a distanza un processo di guarigione?

Alcuni ambiti della ricerca scientifica stanno cercando di dare una risposta a questi quesiti. Verso la metà degli anni ‘70 del secolo scorso H. Benson, L. Dossey, ed altri autorevoli medici di alcune prestigiose università degli USA pubblicarono una serie di ricerche sull’intenzione di guarigione a distanza.

Mente non-locale e guarigione a distanza. L’intenzione di guarigione a distanza con la meditazione Tong Len: il primo studio clinico randomizzato

Con questo termine si intendono tutte quelle azioni mentali (tecniche e pratiche provenienti da approcci differenti) come ad esempio: preghiera intercessoria, guarigione spirituale, preghiera non diretta, intenzionalità, energia guaritrice, guarigione sciamanica, guarigione non-locale, tocco terapeutico senza contatto, Reiki, che hanno l’obiettivo di produrre un beneficio o una guarigione ad uno o più individui a distanza. L’intenzione di guarigione a distanza è molto utilizzata in Occidente dalla religione, basti pesare ai gruppi di preghiera per gli ammalati o per le persone in difficoltà.
Nelle più importanti medicine orientali: ayurvedica, cinese, tibetana è considerata una vera e propria modalità di cura.
Nella Medicina Complementare e Alternativa (Complementary and Alternative Medicine), e nella Medicina Non-Locale, discipline che si basano sul principio secondo cui la mente di una persona può influenzare il substrato fisico di un’altra, l’intenzione di guarigione costituisce un aspetto importante e continua a essere oggetto di studio.

 

Fonte: SC Scienza Conoscenza

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