Lesione coronarica trattata con laser a luce fredda. Eccezionale intervento all’Aou di Padova

Articolo del 13 Febbraio 2021

L’equipe medica del Laboratorio di Emodinamica e Cardiologia Interventistica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova, di cui è Responsabile il prof. Giuseppe Tarantini, ha eseguito pochi giorni fa un’eccezionale angioplastica coronarica a Laser su una lesione coronarica non dilatabile. L’intervento, durato 1 ora, ha avuto successo.

La metodica estremamente innovativa, utilizzata solo nei centri ospedalieri più all’avanguardia e di alta specializzazione a livello europeo, è stata eseguita dal prof. Giuseppe Tarantini e dal dott. Massimo Napodano, e ha permesso di trattare una lesione coronarica severamente calcifica in un paziente ad alto rischio, sul quale le metodiche interventistiche convenzionali non avevano avuto alcun risultato.

L’Emodinamica e Cardiologia Interventistica è in stretta sinergia con il Dipartimento Cardio Toraco Vascolare dell’Azienda Ospedale/Università di Padova, direttore prof. Sabino Iliceto.

La coronaria malata, grazie all’azione del laser che ha vaporizzato in pochi minuti la placca di calcio che la ostruiva, è stata completamente riaperta permettendo il ristabilimento di un normale flusso di sangue ed evitando così al paziente un intervento chirurgico di bypass coronarico.

È stato un risultato rilevante in quanto la non espansione della lesione avrebbe pregiudicato il posizionamento dello stent all’interno della coronaria con altissimo rischio di trombosi del vaso stesso.

L’intervento eseguito su paziente sveglio, di anni 73, è stato effettuato introducendo nella coronaria malata, attraverso un piccolo foro praticato sull’arteria radiale del polso, la sonda laser collegata ad un generatore che una volta messa in azione ha permesso di ‘bombardare’ con il fascio di luce laser la placca di calcio intrattabile che ostruiva la coronaria rompendola e vaporizzandola.

Il laser utilizzato è un laser cardiovascolare di nuova generazione CVX 300 che genera un fascio di luce fredda in grado di agire selettivamente sulla placca che ostruisce la coronaria ‘polverizzandola’ senza danneggiare la parete del vaso o le altre strutture circostanti; agisce attraverso un meccanismo fotochimico che porta alla rottura dei ponti intermolecolari e al collasso della placca. La generazione di una potente onda sonora permette la fratturazione, anche la più severa, della componente di calcio della placca stessa.

Lo strumento laser cardiovascolare trova quindi indicazione in tutte quelle situazioni in cui i normali strumenti utilizzati attualmente (pallone, stent, frese ablative) per la disostruzione delle arterie coronariche malate non hanno successo, permettendo di aumentare la sicurezza procedurale degli interventi di Cardiologia Interventistica anche nei casi più complessi come questo.

 

FonteIn Salute News

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