Analisi a casa con il «wc intelligente»

Articolo del 26 Marzo 2021

Se non ci fosse il «marchio di fabbrica» dell’Università di Stanford, l’argomento potrebbe suscitare facili ironie: parliamo del wc «intelligente», una toilette in grado di rilevare più segni di malattia attraverso l’analisi automatizzata di urine e feci. Bella scoperta, si dirà: chi non ha mai fatto un esame sui prodotti di scarto del nostro organismo? Vero, con tutte le fastidiose incombenze del caso. Ecco il wc smart promette di evitare anche queste, oltre a poter rilevare una serie di marcatori di malattie, compresi quelli di alcuni tumori, come quelli del colon-retto o urologici. Il progetto è stato lanciato dal gruppo di ricerca guidato da Sanjiv Sam Gambhir, professore di Radiologia alla Stanford School of Medicine, un pioniere riconosciuto a livello internazionale nell’imaging molecolare, purtroppo deceduto nel luglio scorso.Un’altra applicazione dell’Internet of things (Iot). E che non sia una semplice idea, geniale ma stravagante, lo conferma lo studio pilota su 21 partecipanti finanziato dai National Institutes of Health (NiH) e pubblicato su Nature Biomedical Engineering.

Come funziona

I ricercatori hanno pensato a uno strumento che fosse abbastanza semplice da usare, dotato di sensori e dispositivi di monitoraggio scientificamente validi e allo stesso tempo facili da montare. Infatti una delle sfide del progetto sta proprio nell’integrazione fra tecnologia avanzata e normali wc. Le analisi sono effettuate con l’ausilio di dispositivi simili alle strisce reagenti per gli esami delle urine, posti all’interno, per misurare alcune caratteristiche molecolari: conta dei globuli bianchi, determinati livelli di proteine e altro ancora possono essere utili ad indicare uno spettro di malattie, dall’infezione al cancro della vescica all’insufficienza renale. Attraverso una videocamera invece si acquisiscono immagini, che vengono poi elaborate da una serie di algoritmi in grado di evidenziare eventuali «anomalie».

Impronte digitali (e non solo)

>Nell’attuale fase di sviluppo, la toilette può misurare dieci diversi biomarcatori. Il wc smart risolve anche un altro problema: distinguere tra i diversi utilizzatori. Non solo per una questione di privacy ma soprattutto affinché l’esito delle analisi non sia attribuito alla persona sbagliata. I ricercatori hanno creato una leva di scarico che legge le impronte digitali. Ma si sono resi conto, che anche questo sistema non è infallibile. Cosa succede infatti se una persona usa il water, ma qualcun altro tira lo scarico? O se la toilette fosse del tipo con sciacquone automatico? Dunque hanno pensato a una soluzione che si potrebbe definire l’esatto opposto del riconoscimento facciale: una fotocamera che scansiona il nostro «nadir» fisico. Già perché, a quanto pare, la nostra «impronta» a quelle latitudini è unica. Le scansioni, ovvio, vengono utilizzate solo come sistema di riconoscimento per abbinare gli utenti ai loro dati specifici. Nessuno le vedrebbe. I ricercatori di Stanford puntualizzano che la toilette non si sostituisce in alcun modo al medico, nè fa una diagnosi. In uno scenario futuribile, se dovesse evidenziarsi un problema, ad esempio sangue nelle urine, un’app invierebbe un’allerta al team sanitario della persona, consentendo ai professionisti di determinare i passaggi successivi per una corretta diagnosi.
FonteCorriere della Sera

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