Ansia, astenia e depressione: la psicoaromaterapia energetica può aiutare

Articolo del 06 Aprile 2021

Sono oggettivamente in aumento i problemi di ansia, depressione, paura, insicurezza, anche dato il momento assai particolare che si sta vivendo. E su questi fronti la psicoaromaterapia energetica può venire in aiuto.

Sono oggettivamente in aumento i problemi di ansia, depressione, paura, insicurezza, anche dato il momento assai particolare che si sta vivendo. E su questi fronti la psicoaromaterapia energetica può venire in aiuto. Vediamo come con l’aiuto dell’esperto, il dottor Leonardo Paoluzzi, medico, esperto in agopuntura, fitoterapia e medicina cinese. Paoluzzi ha fondato la SIROE, Società Italiana di Ricerca sugli Oli Essenziali ed è direttore scientifico dell’Istituto Superiore di Ricerca in Medicina Tradizionale e Antropologia.

«La psicoaromaterapia può effettivamente venire in aiuto in momenti in cui la persona si sente sopraffatta da ansia, paura, preoccupazione, insicurezza, oppure si sente schiacciata dalla depressione e dall’astenia, con ferite nell’inconscio che possono anche diventare molto profonde» spiega Paoluzzi.

«In particolare, la psicoaromaterapia energetica rappresenta un modo del tutto nuovo di approcciarsi ai disturbi della psiche, in quanto mette in relazione i vari stati dell’animo umano con i diversi organi che sono, per così dire, custodi delle emozioni. Ad esempio: fegato/collera, gioia/cuore, rimuginio/pancreas, tristezza/polmone, paura/rene. Inoltre questo modello prende in considerazione gli oli essenziali non solo dal punto di vista dei diversi costituenti chimici che lo compongono, ma anche come fitocomplessi, quindi una sinergia delle singole componenti, con una sua precisa energia yin o yang, raffreddante o scaldante, sedante o tonificante, attivante o frenante rispetto al tono vagale o simpatico. L’azione è pertanto complessiva sul sistema psiconeuroendocrinoimmunologico, influenzando anche positivamente le difese immunitarie».

«Con la psicoaromaterapia energetica la differenza rispetto all’uso classico degli oli essenziali consiste principalmente nel riequilibrare il soggetto dal profondo, a partire dagli organi e non agendo solamente sul sintomo che affligge il paziente. Quindi si va a modificare lo stato energetico che sta alla base della sintomatologia. Potremmo pertanto dire che l’azione terapeutica, perché di questo si tratta, non sopisce il sintomo coprendolo, ma tratta la causa, rimuovendolo e ripristinando la corretta fisiologia. Di questo si tratta, del ripristino fisiologico».

«Gli effetti sui pazienti saranno quindi il risultato di una corretta diagnosi e di una scelta adeguata degli oli essenziali impiegati – prosegue Paoluzzi – grazie ai quali viene stabilita la relazione psiche-soma e viceversa. Occorre infatti essere consapevoli del fatto che l’individuo rappresenta una unità inscindibile e che i suoi costituenti organici e psicologici si influenzano reciprocamente. Questo è il punto centrale della questione».

«Questo nuovo approccio, come tutto quello che è nuovo, incontra difficoltà e ostacoli ad affermarsi – aggiunge Paoluzzi – ma gli ambienti più avanzati dal punto di vista scientifico e sperimentale già usano la psicoaromaterapia energetica, soprattutto negli ospedali londinesi e in alcune strutture in Italia come gli ospedali di Cesena e di Bibbiena, presso i quali ho anche insegnato. È chiaro che in ambito medico rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma, in quanto si tratta di spostare l’attenzione dalla molecola e dal sito recettoriale specifico al soggetto nella sua interezza, ma i risultati ottenuti con questo modello si affermeranno di sicuro, la clinica ne sarà testimone».

 

FonteTerraNuova.it

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