I telomeri sono piccole porzioni di DNA che col tempo si accorciano. Sono loro a rivestire un ruolo chiave nel nostro invecchiamento.

Esiste il tempo o è una invenzione dell’uomo? Il tempo è circolare o lineare? Il bambino fino a tre anni non ha nessuna cognizione del tempo lineare, conosce solo il tempo momentaneo, che è il tempo reale: l’adesso. Solo successivamente verrà catturato dall’illusione ed emergeranno i concetti di tempo e di spazio per l’attivazione delle aree associative dell’orientamento del lobo parietale. Il senso dell’ego, che il cervello crea costantemente come reazione a tutto ciò che è percepito come altro distinto dal se stessi è dotato così di un senso di assoluta, distinta separazione da ogni altra cosa. La neurobiologia del tempo è certamente uno dei meccanismi fondamentali della coscienza. Il senso del tempo è reale ed è una dimensione essenziale della vita.

L’età mentale è difficilmente quantificabile, anche se quasi sempre è molto più giovane di quella anagrafica.

Altra cosa è l’età biologica che secondo gli stili di vita e le prerogative genetiche può risultare minore o maggiore rispetto a quella anagrafica.

Potremmo stabilire un’età biologica differente per ogni organo o sistema fisiologico del nostro corpo, ma il metodo più corretto per determinare l’età biologica è genetico.

È infatti proprio il DNA a determinare l’indice di invecchiamento, attraverso delle sue frazioni chiamate telomeri.

  • I telomeri sono infatti piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma. La parte terminale del Dna è molto instabile: si degrada chimicamente ed è soggetta a ricombinazioni più frequenti del resto della molecola. La funzione dei telomeri è quella di impedire all’elica di sfibrarsi. L’accorciamento dei telomeri è un indice di invecchiamento.

Fattori ambientali, determinate abitudini di vita, lavoro, stress o pensieri negativi, sono alcuni dei fattori che possono influenzare il processo di invecchiamento. L’aging cutaneo si realizza nel contesto dell’invecchiamento generale e dipende da un processo involutivo intrinseco (invecchiamento intrinseco), tempo-dipendente, che interessa l’intero organismo sino a condurlo alla morte (chronoaging) e da un decadimento estrinseco (invecchiamento estrinseco), indotto in modo spesso differente nei vari distretti dai fattori ambientali.

Il chronoaging si realizza per via di fenomeni geneticamente determinati e del continuo accumulo di alterazioni biochimiche, causate dal normale metabolismo, con conseguente graduale logorio di tutti i tessuti. L’invecchiamento cronologico o intrinseco è dovuto almeno in parte dalla senescenza cellulare derivata dal progressivo accorciamento dei telomeri. Questo fenomeno induce le cellule ad entrare in uno stato di non divisione permanente noto come senescenza.

Per quanto riguarda invece l’invecchiamento estrinseco, il principale agente lesivo è rappresentato, per la cute, dai raggi ultravioletti:

  • UVB principalmente attraverso la produzione di foto-prodotti come dimeri di timina
  • UVA in gran parte per danno ossidativo indiretto delle basi guaniniche.

Queste lesioni prodotte nel DNA telomerico inducono una segnalazione biochimica che può portare alla senescenza cellulare.

Risulta quindi evidente come i telomeri, strutture a livello del DNA presenti alla fine dei cromosomi sotto forma di ripetizioni in tandem di basi azotate TTAGGG, rivestano un ruolo chiave nella protezione dei cromosomi da errori che si possono presentare durante il ciclo di divisione cellulare e contro agenti dannosi sia esterni e sia interni. I telomeri si accorciano ad ogni ciclo di divisione cellulare e la diminuzione della loro lunghezza è direttamente associata all’invecchiamento, pertanto in caso di invecchiamento precoce la lunghezza telomerica rilevata risulterà spesso più corta del previsto.

La lunghezza telomerica è uno dei biomarcatori più rilevanti dell’invecchiamento cellulare: una maggiore lunghezza dei telomeri è correlata all’aumento della durata della vita e ad un ritardo dello sviluppo di malattie legate all’età.

Un’esperimento condotto nei laboratori della Stanford University dimostra che l’allungamento dei telomeri potrà nel futuro essere ottenuto, somministrando un RNA messaggero codificante per il TERT, l’enzima allunga-telomeri. Nell’arco di pochi giorni dal trattamento, i cromosomi ringiovaniscono di una decina d’anni. Ma siamo lontani dal poter applicare queste sperimentazioni sull’uomo.

La necessità di benessere, di rallentare l’aging e di invecchiare in salute ha favorito la comparsa di nuovi strumenti per conoscere l’età cellulare. Grazie all’innovazione e alla ricerca dell’industria farmaceutica nel campo della genetica medica sono ora disponibili nuovi test genetici per l’analisi della lunghezza dei telomeri. I più affidabili sono i test PCR quantitativi salivari, molto più precisi di quelli sanguigni.

La lunghezza telomerica è quantificata con la tecnica molecolare di PCR (in inglese: Polymerase Chain Reaction) reazione a catena della polimerasi quantitativa (qPCR), utilizzando un campione di saliva ottenuto da un tampone buccale. Tramite questo processo, è possibile valutare la lunghezza telomerica media di un paziente rispetto alla lunghezza di uno standard di riferimento. Questo metodo è stato ampiamente descritto ed utilizzato in migliaia di pazienti, essendo una delle tecniche più impiegate con elevata ripetibilità e riproducibilità.

Queste analisi vengono condotte nei centri di medicina antiaging in collaborazione con laboratori certificati seguendo rigorosi protocolli di qualità.

Il test genetico per l’analisi della lunghezza dei telomeri risulta indicato per uomini e donne di età superiore ai 30 anni preoccupati per il loro processo di invecchiamento e alla ricerca di soluzioni e trattamenti personalizzati per rallentarlo. Questa analisi risulta anche suggerita per tutti quei pazienti con storia familiare di invecchiamento precoce o sviluppo di condizioni mediche che contribuiscono allo stesso.

Il report include oltre alle informazioni e le caratteristiche del paziente, un’analisi e valutazione della lunghezza telomerica con confronto tra età biologica e cronologica e delle specifiche formule antinvecchiamento personalizzate allestibili in farmacia come farmaco galenico magistrale, nonché attraverso specifiche flebo anti aging a cui sottoporsi con cadenza ogni 45/50 giorni in grado di agire come modellatori dell’epigenoma o, se necessario, trattamenti cutanei di superficie anti aging come il collagene, l’insulina diluita, la vitamina C, ecc..

La procedura per l’esecuzione del test è molto semplice in quanto il medico raccoglie un campione di DNA dalla saliva del paziente tramite un tampone buccale orale (questo processo richiede un minuto) ed in modo del tutto indolore.

L’algoritmo di questo test analizza sia fattori genetici e sia fattori estrinseci ottenuti attraverso l’anamnesi del paziente. Questo processo fornisce una piena comprensione dei fattori correlati all’invecchiamento e permette di impostare un programma antietà personalizzato per ciascun paziente.

 

Fonte: Rewriters
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