Salve Roberta, la menopausa nella nostra cultura viene spesso associata a concetti negativi fra cui disturbi, malanni, aumento di peso e invecchiamento.
Con il suo nuovo libro Menopausa il tempo ritrovato lei ha voluto sfatare questi miti e dimostrare che la menopausa è invece un’era d’oro per la donna. Vuole spiegarci perché è un’età d’oro?

In modo speculare rispetto alla pubertà, nell’età perimenopausale i livelli fluttuanti degli ormoni influenzano i lobi temporali e l’area limbica del cervello, manifestandosi spesso sotto forma di instabilità dell’umore, irritabilità, ansia, fragilità emozionale.

Anche la nostra intuizione si fa più profonda e ci permette di vedere più chiaramente quegli aspetti della nostra vita che non ci rispecchiano più e che vogliamo cambiare. A ciò si aggiunge il fatto che in questo momento possono esserci passaggi importanti ‒ i figli escono di casa, i genitori cominciano a dipendere da noi, il rapporto con il partner si incrina, emerge un burnout lavorativo, per esempio.

Sta a noi trasformare le crisi in opportunità, sfruttando la spinta propulsiva degli ormoni per uscire dalla “comfort zone” e reclamare il nostro diritto a costruire la vita su quello che realmente ci appartiene, manifestando talenti spesso soffocati dai doveri e risvegliando la creatività che ci appartiene per definizione.

In questo senso, la menopausa è la grande occasione per diventare quello che sentiamo di essere, l’età in cui finalmente il nostro diritto alla felicità può essere anteposto agli obblighi dei ruoli in cui non ci riconosciamo più. Per questo crediamo che la menopausa, vissuta nel modo giusto, sia davvero la nostra età d’oro.

STA A NOI TRASFORMARE LE CRISI IN OPPORTUNITÀ, SFRUTTANDO LA SPINTA PROPULSIVA DEGLI ORMONI PER USCIRE DALLA “COMFORT ZONE” E RECLAMARE IL NOSTRO DIRITTO A COSTRUIRE LA VITA SU QUELLO CHE REALMENTE CI APPARTIENE

Cosa accade nel corpo di una donna anche a livello ormonale? Quali sono i problemi più diffusi?

La prima modificazione ormonale è il calo progressivo della produzione di progesterone da parte dell’ovaio, per cui gli estrogeni risultano in eccesso relativo, non essendo adeguatamente bilanciati. Contrariamente a ciò che si pensa di solito, la maggioranza dei sintomi della perimeno-pausa, quali la tensione mammaria, l’irritabilità, i cicli emorragici, l’insonnia, la ritenzione idrica, l’emicrania, sono da dominanza estrogenica e sono infatti in genere peggiorati dalla classica TOS farmacologica, mentre una terapia con pro-gesterone bioidentico riequilibra in modo delicato e fisiologico, non solo migliorando la qualità della vita ma agendo anche in senso protettivo nei confronti dei tumori estrogenodipendenti, quali mammella ed endometrio.

Molto frequente è poi la comparsa di disfunzioni tiroidee, da studiare con esami approfonditi e non solo con il poco utile TSH reflex, nonché la resistenza insulinica, tutti possibili responsabili dell’aumento di peso.

Altro aspetto da valutare è lo stato del surrene, che può dare segnali di sovraffaticamento per lo stress cronico al quale il nostro stile di vita inevitabilmente lo sottopone, e che può manifestarsi con stanchezza profonda, perdita del desiderio sessuale, della motivazione esistenziale e così via.

Alimentazione, movimento, terapia ormonale… Cosa consiglia, in genere, alle donne che si rivolgono a lei per affrontare al meglio questo periodo?

La menopausa è la grande occasione che la vita ci offre per rivedere il nostro stile di vita in toto. Per quanto gli ormoni bioidentici, assunti nella maniera corretta, siano un aiuto spesso fondamentale, sono solo un palliativo se non andiamo a lavorare a fondo sulle cause dei nostri squilibri. Siamo geneticamente identici ai nostri progenitori cacciatori-raccoglitori, quindi siamo costruiti per camminare, correre, sollevare pesi e non per stare seduti a una scrivania o in un’automobile. Per le stesse ragioni, i nostri sistemi organici sono predisposti ad alternare digiuno e abbondanza, mangiare cibo non manipolato e prevalentemente composto da bacche e radici con qualche proteina animale.

Non è ovviamente pensabile tornare a quella vita, ma almeno dobbiamo cercare di avvicinarci il più possibile ad essa, aumentando il tempo all’aria aperta e nel verde, muovendo il corpo, inserendo nella nostra routine qualche forma di digiuno e orientandoci verso alimenti veri, senza dimenticare che lo stress, il più grande immunosoppressore del XXI secolo, è un nemico che non si può evitare ma si può imparare a gestire.

La menopausa è spesso associata ai problemi di osteoporosi e molti medici consigliano l’assunzione di calcio attraverso l’alimentazione con latte e derivati. Cosa ne pensa?

Nel libro si parla molto di questo tema, sia nella parte medica che in quella naturopatica della mia coautrice Monica Bertoletti. Sappiamo che
i latticini sono associati a innumerevoli problematiche per la salute, legate al lattosio, alle caseine, al potere acidificante e all’alto indice
insulinemico per citare le più note. Tuttavia molti medici continuano a consigliarli per l’alto contenuto di calcio, un falso mito smentito dalla
letteratura medica dell’ultimo decennio, poiché sappiamo che l’osteoporosi non è legata a mancanza di calcio, elemento ampiamente diffuso
negli alimenti, ma a uno stato di infiammazione di basso grado, che è quella che va contrastata con alimentazione, stile di vita e appropriata integrazione vitaminica e minerale.

Ora che abbiamo approfondito il lato più legato ai cambiamenti nel corpo, vorrei che ci focalizzassimo su un aspetto molto rilevante: quello spirituale. Come si può raggiungere la consapevolezza necessaria per affrontare al meglio questo momento della vita?

La ringrazio molto per questa domanda che mi permette di trattare un argomento che mi sta particolarmente a cuore, anche se è arduo parlarne in poche righe. Spiritualità è un termine che ognuno interpreta in modo un po’ diverso, che non ha nulla a che vedere con la religione ma è piuttosto connesso alla sacralità del tutto, al sentirsi parte dell’universo, al comprendere che ogni azione e ogni pensiero comportano delle conseguenze e che ogni vita ha uno scopo. La guarigione spirituale è quella che ha permesso a Viktor Frankl di uscire a testa alta dal lager, a Nelson Mandela di avviare una pacificazione nazionale dopo aver passato metà della sua vita in carcere, a tanti di
noi di essere resilienti anche dopo traumi e lutti apparentemente insuperabili.
Per contro, penso che non ci possa essere guarigione vera senza guarigione spirituale; possiamo avere una scomparsa dei sintomi, ma se non
curiamo le ferite che ne sono la causa, il corpo tornerà a presentare il conto, a volte proprio in quell’età di passaggio che è la menopausa. Nel
libro presentiamo un ampio ventaglio di tecniche per lavorare su questi aspetti, ma sono solo degli spunti dai quali partire e da provare anche
da sole, per capire ciò che ci risuona di più e che funziona per noi. Non esiste una via unica, “truth is a pathless land”, per usare una frase
del grande maestro Krishnamurti.

Nel suo libro parla anche di problemi di libido e consiglia percorsi naturali che passano dall’alimentazione. Vuole anticipare qualcosa ai nostri lettori?

Il desiderio sessuale è una funzione estremamente complessa, della quale gli ormoni sono solo una componente. Anche l’alimentazione
riveste un ruolo non secondario, sia a causa dell’onnipresenza di xenoestrogeni, con funzione spesso depressiva sulla libido, sia per l’eccesso
di carboidrati e latticini che stimolano la secrezione di insulina, a sua volta associata a riduzione del testosterone nell’uomo. La natura ci offre
come sempre degli aiuti, per esempio i vegetali ricchi di nitrati, metabolizzati ad ossido nitrico, che è la vera molecola del benessere anche
sessuale (non a caso il Viagra e simili agiscono inducendone il rilascio): mi piace sempre citare fra questi l’umile barbabietola, che già i Romani consideravano un potente afrodisiaco, tanto da raffigurarla nelle decorazioni di un bordello a Pompei!

Ci terrei molto che portasse a conoscenza del nostro pubblico il pericolo indotto da sostanze che agiscono come interferenti endocrini e agli effetti che hanno sul nostro organismo. Quali sono i prodotti che ne contengono?

Gli interferenti endocrini (IE) sono una vasta categoria di sostanze, purtroppo ormai ubiquitarie, che possono essere sia naturali (come la
soia) che, più spesso, artificiali. Esse interagiscono con i recettori ormonali, a volte stimolandoli e a volte bloccandoli; il primo effetto è più comune con i recettori estrogenici, e infatti sono responsabili della dominanza estrogenica non solo della premenopausa, ma per esempio della pubertà precoce e dell’ipofertilità maschile; il secondo con la tiroide e non a caso l’ipotiroidismo è ormai epidemico. Gli IE passano la barriera placentare e arrivano al feto, con effetti ancora poco studiati ma certo non tranquillizzanti. L’elenco degli IE è lungo e comprende pesticidi, metalli tossici, solventi, petrolati, microplastiche, nanoparticelle, che assumiamo con il cibo ma anche con l’aria e con ciò che applichiamo sulla pelle o introduciamo con i farmaci.
Pensiamo solo che la maggior parte degli ovuli vaginali ha come primo componente la paraffina liquida, per renderci conto dell’entità del
problema. La nostra vera, unica linea di difesa è la consapevolezza: tornare al cibo vero, usare cosmetici naturali o autoprodotti, vestirci di fibre naturali e se possibile usare apparecchi con filtri HEPA per gli ambienti nei quali soggiorniamo a lungo.
La cosa che mi è piaciuta di più del suo libro è che è scritto a 4 mani da un medico (lei) e da una naturopata. Credo che l’integrazione dei saperi sia cosa preziosa e rara al giorno d’oggi e questa collaborazione fra la medicina e la naturopatia abbia creato un libro di grande spessore.

Come avete maturato questa scelta di collaborazione?

Io sono un Capricorno con forti valori acquariani e scorpionici e ho sempre attribuito a questo aspetto astrale la dualità della mia anima:
quella scientifica, razionale, pragmatica, affascinata dalle tecnologie biomediche, e quella intuitiva, sciamanica, esoterica, controcorrente,
che gli anni universitari mi avevano fatto ripudiare come mera superstizione. Ma sono bastati pochi anni di lavoro a farmi sentire inadeguata
nel “recinto tribale” della medicina ortodossa, per cui ho iniziato a studiare quasi subito omeopatia, fitoterapia, poi medicina cinese e altre
tecniche di confine fra scienza e antiche tradizioni. La conoscenza con Monica è nata in rete, come spesso succede oggigiorno, in un gruppo
Facebook da lei fondato che inizialmente si occupava di alimentazione, e che poi si è evoluto nell’attuale “Medicina Evolutiva, Naturopatia e
Detox” al quale collaboro da anni. Da subito c’è stata una enorme sintonia nell’approccio terapeutico e una grandissima stima reciproca per i
nostri percorsi di studio e approfondimento. Ho imparato e continuo a imparare tantissimo da lei e anche lei da me; ci scambiamo in modo
compulsivo libri, articoli, video e ci confrontiamo ogni giorno su ogni dubbio, successo o insuccesso. Inoltre, credo in modo molto profondo che la cooperazione e l’integrazione delle competenze portino un valore aggiunto a quello meramente individuale. Scrivere un libro insieme è stato quindi mettere su carta il frutto di un lavoro di squadra pluriennale, al quale eravamo già abituate e che credo e spero traspaia dalla lettura.

 

Fonte: Scienza Conoscenza

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