Anche un’attività lenta può far perdere peso, proprio come una tradizionale e più veloce: la prova in uno studio.

Prendere peso, soprattutto dopo una certa età, è facilissimo. Perderlo è una sfida che si vince con molta, molta, fatica. Non è detto però che palestre, ginnastica, corse e camminate siano l’unica soluzione per buttare giù i chili di troppo. Anche attività come il tai chi, un’antica pratica cinese a metà tra arti marziali e meditazione, possono offrire benefici paragonabili a quelli dell’attività fisica tradizionale, a fronte di un tipo di esercizio più “gentile”, perfetto anche da persone con ridotta mobilità. A suggerirlo è una ricerca pubblicata sugli Annals of Internal Medicine da un team di ricercatori dell’Università di Hong Kong.

Lo studio

Lo studio ha coinvolto oltre 500 adulti over 50 con obesità di tipo centrale (o addominale), cioè con il grasso concentrato prevalentemente sulla pancia. Una forma di ingrassamento collegata strettamente con lo sviluppo della sindrome metabolica, e quindi più in generale con un peggioramento dello stato di salute. I ricercatori di Hong Kong hanno deciso di valutare in questa coorte di persone l’efficacia dimagrante del tai chi, una pratica sempre più in voga anche nei paesi occidentali, particolarmente indicata per le persone anziane con problemi di mobilità o poca propensione per l’attività fisica, perché prevede movimenti lenti, fluidi e costanti.

Camminare a passo veloce

I volontari che hanno partecipato alla ricerca sono stati divisi in tre gruppi, uno a cui è stato prescritto un corso di tai chi di un ora, tre volte a settimana per tre mesi, un secondo gruppo che ha seguito un regime di allenamento simile dedicato però alla camminata veloce e al potenziamento muscolare, e un terzo gruppo di controllo che non ha effettuato esercizi particolari durante la ricerca. A tutti i partecipanti sono stati misurati circonferenza addominale e altri parametri collegati alla salute metabolica, sia prima di iniziare l’esperimento, sia al termine del periodo di esercizio, e infine a nove mesi dall’inizio dello studio.

Tre mesi di allenamento

Al termine dei tre mesi di allenamento, sia i partecipanti che avevano seguito le lezioni di tai chi che quelli del gruppo che aveva praticato forme più tradizionali di allenamento hanno mostrato una significativa riduzione della circonferenza addominale e del peso corporeo, accompagnati da un netto miglioramento anche dei livelli di colesterolo Hdl, il cosiddetto colesterolo buono che protegge da problemi cardiovascolari e disturbi metabolici. I benefici sono risultati comparabili tra i due gruppi, se non per gli effetti sul colesterolo Hdl, che sono stati mantenuti a nove mesi di distanza solamente nel gruppo che ha praticato il tai chi. Per il gruppo di controllo, ovviamente, non sono invece emerse differenze nel corso dello studio.

Uno stimolo per muoversi

“La ricerca è interessante, perché conferma che l’importante è trovare uno stimolo per muoversi e superare la sedentarietà”, commenta Agostino Consoli, presidente della Società italiana di diabetologia. “Probabilmente è presto per dire che il tai chi sia esattamente sovrapponibile alla corsa o alla camminata in quanto a benefici per la salute, ma il messaggio importante è che qualunque forma di movimento è utile: se si ama il ballo, ballare è un’ottima opzione, se ti ama il tai chi, perché no, anche questa pratica è utile. L’importante per una persona che soffre di obesità è inserire abitudini più sane nella propria routine quotidiana. Sul piano dell’alimentazione bisogna individuare cibi salutari, ricchi di fibre e poveri di grassi, ma che al contempo ci piacciano, altrimenti è impossibile portare avanti una dieta. Allo stesso modo, per chi non ama correre o sudare, il tai chi può essere sicuramente meglio di niente, un buon modo per tornare attivi, divertendosi”.

 

Fonte: La Repubblica

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