È vero che le allergie passano con l’età? Il miele aiuta a debellarle? E chiudersi in casa è la soluzione definitiva? 10 leggende da sfatare sulle allergie ai pollini.

La stagione da incubo per chi soffre di riniti allergiche è iniziata: i pollini sono nell’aria e il sistema immunitario dei più sfortunati li riconosce come “nemici”, attaccandoli e scatenando raffreddori, starnuti, arrossamento degli occhi e asma bronchiali. Per i più sensibili all’argomento, ecco 10 miti da sfatare – con spiegazioni e curiosità – sulle allergie.

10 falsi miti sulle allergie ai pollini

Maledetta primavera: per alcuni l’inizio della bella stagione coincide con il ritorno dell'”incubo” pollini.

 

1. I fiori sono deleteri per chi soffre di allergie. Non credeteci: poche persone hanno importanti reazioni allergiche davanti a un bouquet profumato. I veri responsabili di starnuti, raffreddori da fieno e occhi rossi sono, di solito, i pollini rilasciati da alberi (come betulle, olivi, pini e cipressi), piante erbacee (per esempio Urticaceae Graminaceae) o spore di muffe e funghi.

2. In spiaggia non ci sono pollini. Allontanarsi dall’aria inquinata della città può aiutare a respirare meglio, ma non è detto che al mare le preoccupazioni di un allergico siano finite. Molte spiagge confinano infatti con zone “verdi” dove è facile trovare piante erbacee fortemente allergeniche, come le Chenopodiacee o le Amarantacee, arbusti responsabili di parte delle riniti allergiche estive.

3. Mangiare miele locale aiuta a combattere le allergie. Il miele prodotto nella propria zona o regione contiene pollini dei fiori locali e si potrebbe pertanto pensare sia un rimedio naturale contro le allergie: ma i pollini più dannosi provengono, come abbiamo visto, da erbe e alberi, raramente da fiori. Nonostante le sue rinomate proprietà antibatteriche, antimicotiche e antivirali, quindi, il nettare degli dei non sembra utilissimo contro i raffreddori allergici.

4. Le allergie da polline passano con la crescita. Quando si tratta di riniti allergiche (il classico raffreddore da fieno) non è detto che l’avanzare dell’età metta a posto le cose, anche se i sintomi paiono attenuarsi con la fine dell’infanzia: uno studio svedese ha monitorato 82 persone con raffreddore allergico, scoprendo che il 99% ne soffriva anche a 12 anni di distanza. Nel 39% dei casi, tuttavia, si sono registrati miglioramenti.

5. Se da bambino non eri allergico, ormai l’hai scampata. Crescendo il sistema immunitario si rafforza, ma non è detto che un’allergia non possa sorprendervi anche in età adulta. Cambiando residenza, per esempio, potreste essere esposti ad un nuovo allergene che finora non avevate incontrato, e sviluppare i classici sintomi di difesa.

6. La febbre da fieno è causata… dal fieno. Nonostante possa contenere tracce di graminacee, il fieno non sembra c’entrare molto con il nome comunemente affibbiato alle riniti allergiche (che, peraltro, raramente sono accompagnate da febbre). Se soffrite di allergie, è probabile però che una gita in campagna – in mezzo ad alberi, spighe e piante erbose – possa peggiorare i sintomi accusati: da qui, forse, l’origine di questa espressione.

7. Una casa linda e immacolata previene le allergie. Secondo alcune teorie l’eccessiva pulizia – intesa non come corretta prassi igienica, ma come minore esposizione all’aria aperta – sarebbe, al contrario, proprio uno degli elementi responsabili del vertiginoso incremento delle allergie degli ultimi decenni. In un ambiente incontaminato – come quello in cui cresce la maggior parte dei bambini occidentali – il sistema immunitario fatica a imparare a distinguere gli stimoli dannosi, da cui è necessario difendersi, da quelli innocui. Da qui, forse, l’abnorme reazione che si scatena davanti a sostanze innocue presenti nell’aria (i pollini), contro le quali l’organismo schiera anticorpi che segnalano al sistema immunitario di produrre istamina, una sostanza che induce i sintomi allergici per contrastare l’intruso individuato nelle vie aeree.

8. Chiudendosi in casa si evita il contatto con gli allergeni. Rimanere in casa nelle primissime ore del mattino (quando la concentrazione di pollini nell’aria è più alta) o nelle giornate secche e ventose può aiutare chi soffre di rinite allergica ad alleviare i sintomi, ma non è possibile eliminare del tutto il contatto con i pollini presenti nell’aria. Evitare di stendere il bucato all’aperto (i pollini si attaccano ai vestiti), lavare viso, mani e capelli prima di andare a letto e delegare ad altri eventuali mansioni di giardinaggio possono rivelarsi buoni consigli nei giorni in cui gli allergeni a cui siete sensibili sono nell’aria.

9. Le allergie sono ereditarie. Non è il tipo di allergia ad essere trasmesso di padre in figlio: se vostra madre è allergica alle graminacee, non è detto lo siate anche voi. Ma se in famiglia ci sono persone che soffrono di allergie stagionali, è probabile abbiate ereditato una certa predisposizione a soffrirne anche voi: è più facile trovare individui allergici nella stessa famiglia.

10. Passata la primavera passa anche la paura. Le fioriture primaverili danno il colpo di grazia a chi soffre di allergie stagionali, ma ci sono piante fortemente allergeniche che fioriscono in diverse stagioni: l’ambrosia, una pianta originaria del Nord America che si sta diffondendo ora anche in Italia, fiorisce da metà agosto ai primi freddi; la parietaria (un’erba parente dell’ortica) fiorisce da maggio a ottobre mentre le spore di alcuni funghi e muffe si moltiplicano nei mesi più caldi in ambienti caldo umidi. È bene, quindi, conoscere il proprio “tallone d’Achille” e consultare un bollettino pollinico (come quello dell’Associazione Italiana di Aerobiologia) per sapere quando temerlo.

 

Fonte: Focus

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