Sei una calamita per le zanzare? L’odore del corpo umano e delle caratteristiche biochimiche rendono alcune persone più predisposte ai morsi. Nella migliore delle ipotesi, la puntura ti lascerà solo con una protuberanza rossa pruriginosa. Ma le zanzare sono ancora oggi uno dei vettori più mortali al mondo, ed ecco perché capire cosa le attira verso di noi potrebbe salvare fino a mezzo milione di vite all’anno.

Delle oltre tremila specie di zanzare nel mondo, solo un piccolo numero si è evoluto per succhiare il sangue umano. In Italia ne vivono una sessantina, ma a pungerci sono solo le femmine di sei specie. Il grado di reazione a una puntura cambia da persona a persona, e porta inevitabilmente alcuni a sentirsi più presi di mira di altri. Diversi studi hanno appurato che effettivamente è così. Esistono dei fattori attrattivi che rendono alcuni umani più ‘succulenti’ di altri.

Chiariamo subito che la “dolcezza del sangue”, o la presenza di zuccheri, non c’entra assolutamente nulla: l’attrazione nei nostri confronti dipende dalla quantità di anidride carbonica che emettiamo, da quanto siamo sudati, da quel che abbiamo mangiato e bevuto, dal colore in cui siamo vestiti e dagli acidi carbossilici prodotti dai batteri che vivono sulla nostra pelle.

Lo studio

Uno studio appena pubblicato su Current Biology conferma quanto è stato già ipotizzato da un precedente uscito su Cell,  ovvero la capacità delle zanzare di sentire il nostro odore e usarlo come un navigatore per trovarci e pungerci. Per capire come le zanzare scelgano le loro prede, i ricercatori della Johns Hopkins University hanno allestito una struttura delle dimensioni di una pista di pattinaggio dentro cui hanno pompato diversi odori corporei umani e una cappa di anidride carbonica in modo che imitasse una sorta di dormitorio densamente popolato.

Zanzare controllate con telecamere

Poi hanno monitorato le zanzare con delle telecamere a infrarossi per vedere come si aggiravano davanti al ricco buffet alla ricerca della loro preda preferita. I risultati non hanno lasciato dubbi: tutte le zanzare si sono mostrate maggiormente attratte dagli acidi carbossilici presenti nell’aria, compreso l’acido butirrico che conferisce il tipico odore ai formaggi stagionati. Al contrario, a scoraggiare di più le zanzare non è stata la citronella bensì l’eucaliptolo.

“Questa scoperta apre nuovi approcci per lo sviluppo di esche o repellenti che possono essere utilizzati nelle trappole per interrompere il comportamento di ricerca dell’ospite”, spiega il dottor Edgar Simulundu, autore dello studio che mirava a trovare soluzioni contro “i vettori della malaria nelle regioni in cui la malattia è endemica”. Non a caso questa malattia trasmessa dalle zanzare è responsabile di oltre 600 mila decessi all’anno, principalmente nei bambini di età inferiore ai 5 anni e anche nelle donne incinte.

Il primo picco a inizio giugno

Ma che stagione delle zanzare vivremo quest’anno? “È presto per dirlo, ma è probabile che all’inizio di giugno, nel Nord Italia, si verificherà il primo picco dell’anno – spiega Igor Boni, agronomo dell’Ipla, a cui fa capo il piano di lotta alle zanzare della Regione Piemonte -. A causa della siccità prolungata, lo scorso anno pensavamo ci sarebbe stata una riduzione dei focolai, e invece è stato comunque un anno medio in tutta la penisola. Questo è dovuto al fatto che le zanzare depongono le uova dove l’acqua è stagnante e molti rii asciutti avevano creato delle pozze che si sono rivelate un habitat ideale”.

La strategia

Secondo Boni questi sono i primi giorni cruciali per la lotta alle zanzare, che “deve avvenire nella fase larvale, quando sono ancora in acqua”. “Esistono in tutta Italia delle azioni di bonifica dei luoghi pubblici, come noi dell’Ipla li eseguiamo in Piemonte – ricorda -. Ma il 70% dei focolai si verificano su terreni privati, quindi tutti dovremmo fare attenzione e prevenzione”.

Le più aggressive

In Italia, le più conosciute per la loro aggressività, abbondanza e diffusione sono le Aedes albopictus, le zanzare tigre, seguite dalle Ochlerotatus caspius che si sviluppano principalmente nelle risaie, e dalle Culex pipiens che pungono al calar del sole. “Quello che in pochi sanno è che le zanzare tigre non si spostano più di cento metri da dove sono nate, quindi se le abbiamo in casa è molto probabilmente che siano nate grazie a noi – spiega l’esperto – . Hanno anche la peculiarità di essere attratte molto più dal nero che dal bianco. Quindi, se avete le gambe scoperte e indossate un calzino scuro, aspettatevi dolori alle caviglie. Le zanzare tigre pungono di giorno, tendono a volare quasi raso terra e si sanno ben mimetizzare; le zanzare comuni, invece, sono quelle che ci sentiamo ronzare nell’orecchio di notte”. Perché hanno questa abitudine fastidiosa? “Tutte le zanzare sono generalmente attratte dall’anidride carbonica che emettiamo da naso e bocca – risponde l’esperto -. Quindi, soprattutto quando siamo coricati, tendono a volare intorno alla nostra testa”.

Attratte dall’anidride carbonica

Alcune persone affermano che quando c’è anche solo una zanzara, questa punga proprio loro. Altre invece sostengono di non venir mai punti. “Questo dipende molto dalla quantità di anidride carbonica che emettiamo, se siamo sudati, se abbiamo fatto attività fisica, se siamo in sovrappeso, così come dall’acido lattico prodotto dai nostri muscoli, dalla produzione di ormoni e dalla fauna microbica presente sulla nostra cute “, conclude Boni. Che, parlando dei repellenti, precisa: “Sono una delle misure di protezione personale maggiormente impiegate per prevenire le punture di zanzara. Agiscono prevenendo il contatto con l’insetto e non uccidendolo, ma la durata e l’efficacia dipende da molti fattori. La cosa più importante da fare è prevenire i focolai, evitando di allevare inconsapevolmente le zanzare nel nostro giardino, orto, cortile, terrazzo o scantinato, eliminando tutti i ristagni d’acqua presenti o le situazioni che possono portare alla loro formazione in seguito alle piogge. E quando non è possibile isolare la raccolta d’acqua, periodicamente dovremmo trattarla con appositi prodotti larvicidi che sono sicuri per la salute umana e anche per quella di altri animali”.

 

Fonte: La Repubblica

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