“È stato fatto molto lavoro sull’intervallo di temperature a cui le diverse specie animali preferiscono vivere in termini di tassi metabolici minimi e quindi di basso dispendio energetico, ma, stranamente, le informazioni disponibili per gli esseri umani sono molto minori”, ha spiegato Lewis Halsey in un congresso a Edimburgo.

“How hot is too hot for humans?”, ovvero quando è troppo caldo per l’uomo? Qual è il range di temperatura massimo che noi umani siamo in grado di sopportare? Lo stanno studiando Lewis Halsey e il suo team presso l’Università di Roehampton, nel Regno Unito. Gli esperti, parlando alla conferenza 2023 della Society for Experimental Biology in corso in questi giorni a Edimburgo, hanno affermato di aver identificato una temperatura critica superiore (UCT) per gli esseri umani che probabilmente è compresa tra 40°C e 50°C. Sono attualmente in corso ulteriori ricerche per dettagliare meglio questo tema.

Halsey e il suo team hanno scoperto che il tasso metabolico a riposo, la misura di quanta energia il corpo umano consuma per continuare a funzionare, è più alto quando le persone sono esposte a condizioni di caldo e umidità. “È stato fatto molto lavoro sull’intervallo di temperature a cui le diverse specie animali preferiscono vivere in termini di tassi metabolici minimi e quindi di basso dispendio energetico, ma, stranamente, le informazioni disponibili per gli esseri umani sono molto minori”, ha spiegato l’esperto.

Comprendere le temperature alle quali i tassi metabolici umani iniziano a salire, e come questo varia tra le persone, può avere implicazioni per le condizioni di lavoro, lo sport, la medicina e i viaggi, oltre che per il benessere della specie umana in condizioni di crescente riscaldamento globale. “Questa ricerca fornisce conoscenze fondamentali su come reagiamo ad ambienti subottimali e su come la condizione ottimale differisce tra persone con caratteristiche diverse”, aggiunge Halsey.

Il team britannico sta anche studiando come la funzione cardiaca sia influenzata da temperature superiori all’UCT e come gli effetti sul cuore variano tra persone con caratteristiche diverse come l’età e la forma fisica. “Abbiamo riscontrato alcuni notevoli cambiamenti nelle risposte della funzione cardiaca al calore tra categorie di persone, la più nuova delle quali è quella tra i sessi. In pratica, in media, uomini e donne mostrano alcune differenze fondamentali nelle loro risposte cardiovascolari al caldo. Stiamo cercando di costruire un quadro su come il corpo risponde allo stress da calore e su quanto possa essere adattabile, i limiti di tali adattamenti e, soprattutto, quanto sono diverse le risposte tra gli individui. In un mondo che si riscalda, questa conoscenza diventa sempre più preziosa”, conclude.

 

Fonte: QuotidianoSanità.it

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