Vaccini e no vax convivono dal lontano 1796, l’anno in cui Jenner inventò l’antivaiolosa. Alcuni spunti di riflessione in questi due secoli di storia.
Come virus e anticorpi, vaccini e no vax convivono poco pacificamente da sempre. Addirittura dagli anni post Rivoluzione francese: per la precisione dal lontano 1796, quando il medico di campagna britannico Edward Jenner iniettò il siero di una donna affetta da vaiolo bovino nel piccolo James Phipps, un bambino di otto anni, rendendolo immune da quello umano.
Fu una rivoluzione assoluta per la medicina moderna. Ma una svolta già allora in grado di dividere i favorevoli, che videro crollare l’indice di mortalità del vaiolo dal 40% al 3%, e i contrari, che consideravano poco cristiano e immorale iniettare siero animale in esseri umani, oltre che vagamente blasfemo poiché ci si opponeva alla natura e alla predestinazione.
Già allora sotto gli stendardi dei no vax si era raggruppata una truppa eterogenea, unita contro i vaccini da motivazioni profondamente differenti: ideologiche, religiose, politiche, sanitarie e scientifiche. Ma nella bicentenaria sfida tra vax e no vax nulla è bianco o nero. La storia dell’antivaccinismo è costellata da mille sfumature di grigio, che rendono più comprensibili alcune posizioni estreme. Vediamo quattro tappe emblematiche.

1. Il carcere per i no vax e la marcia dei 100mila

L’efficacia del vaccino creato da Jenner portò la Gran Bretagna a rendere obbligatoria l’antivaiolosa nel 1853 (con il “Vaccination Act” per i neonati fino a tre mesi) estendendola nel 1867 ai bambini fino a 14 anni. Per chi rifiutava c’era il carcere. L’obbligatorietà dell’iniezione e le pene detentive portarono alla formazione dei primi gruppo organizzati no vax, come la “Anti Vaccination League” e l’“Anti-Compulsory Vaccination League”, che reclamavano il diritto di obiezione di coscienza.
Epicentro dei movimenti era Leicester, dove le carceri si riempirono di uomini e donne che avevano rifiutato di sottoporre i figli all’antivaiolosa. Nel 1885 proprio nella città dell’Inghilterra centrale si tenne una colossale marcia no vax, alla quale parteciparono 100mila manifestanti tra stendardi, bandiere e bare di bambini con immagini di Jenner. I cortei ottennero però un risultato tangibile: nel 1898 la Gran Bretagna introdusse la possibilità di “obiezione di coscienza”, ovvero di rifiutare i vaccini senza subire pene detentive o sanzioni.

2. Le vittime di vaccini difettosi

La bicentenaria storia del sentimento no vax comprende anche momenti di rabbia del tutto comprensibile. Per esempio nel 1929 a Lubecca, in Germania, una partita difettosa di vaccino contro la tubercolosi portò alla morte di 72 bambini.
Nel 1933 a Gruaro, in provincia di Venezia, un lotto difettoso di vaccino antidifterico preparato nei laboratori dell’Istituto Sieroterapico Nazionale di Napoli uccise 28 bambini sui 254 sottoposti all’iniezione. Le autorità fasciste fecero passare sotto silenzio la “strage di Gruaro”, senza aprire inchieste. Ma per i decenni successivi la popolazione della zona ha comprensibilmente diffidato di ogni tipo di vaccinazione.

3. Quarant’anni senza vaiolo ma 200mila morti di morbillo

Il vaiolo ha ucciso tra i 300 e i 500 milioni di persone solo nel Ventesimo secolo, prima di essere dichiarato ufficialmente “eradicato” nel 1979. Ancora nel 1967 furono 15 milioni i contagiati e due milioni le vittime. A sconfiggere questo micidiale virus è stata proprio una massiccia campagna di vaccinazione iniziata nell’Ottocento e intensificata con un colossale sforzo internazionale tra il 1958 e il 1977.
Ma altre malattie sono ancora letali: nel solo 2019 il morbillo ha ucciso la cifra record di oltre 207mila persone, nonostante esista un vaccino dagli anni Settanta. Questo perché ancor oggi resistono sacche di diffidenza verso le iniezioni anti-morbillo, grazie anche a un signore britannico di nome Andrew Wakefield.

4. Wakefield, il medico truffatore inglese

Principale protagonista delle ultime ondate di antivaccinismo, l’ex medico britannico Andrew Wakefield nel 1998 pubblicò su Lancet un celebre studio in cui rivelava una correlazione tra il vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite e rosolia) e forme di autismo. Wakefield diventò il paladino di no vax e cospirazionisti, provocando con la sua intensa attività mediatica un drastico calo di vaccinazioni MPR e di conseguenza un’impennata di decessi per morbillo. Ma nessun altro scienziato confermò le teorie del medico britannico.
Anzi nel 2010 si scoprì che Wakefield era stato pagato per alimentare le cause legali contro le case farmaceutiche produttrici dei vaccini. Prontamente radiato dal Medical Register nel maggio 2010, Wakefield non ha mai smesso di difendere le sue teorie. Oggi è fidanzato con la modella Elle Macpherson, altra indomita no vax. Naturalmente i due sostengono che il Covid-19 è una bufala e che nessuno dovrebbe vaccinarsi.
Fonte24+ de IlSole24Ore

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