Siamo circondati costantemente dai colori, dall’azzurro del cielo al verde dei prati, al grigio dell’asfalto stradale. Tutto intorno a noi ha una sua caratterizzazione e sfumatura cromatica. Ma il  colore interessa anche l’essere umano. “Il colore della pelle umana dal punto di vista fisico deriva dai fenomeni di riflessione, rifrazione e assorbimento dello spettro luminoso lungo gli strati cutanei”, spiega Milena Casula, ricercatrice dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Cnr. “Dal punto di vista biochimico, dipende dalla presenza di diversi pigmenti (melanina), dallo stato dinamico della circolazione cutanea (emoglobina ossidata e ridotta), dai cromofori (licopene e carotene), dallo spessore dello strato corneo e dalla qualità di alcune molecole strutturali, ad esempio il collagene”.

Anche le reazioni psicologiche hanno effetti sul colore della pelle, producendo un cambiamento di tonalità sul nostro volto, che manifesta così il nostro stato emotivo. “Le emozioni svolgono un ruolo chiave nell’influenzare il colore della pelle. Se focalizziamo l’attenzione sul viso, è osservabile come sia l’espressione sia l’aspetto del volto siano condizionati dai cambiamenti fisiologici suscitati dalle emozioni e proprio il colore della pelle è uno degli indicatori chiave di queste mutazioni”, prosegue la ricercatrice del Cnr-Irgb. “Le emozioni, dal punto di vista neuro-biologico, rappresentano risposte a eventi e sono connesse sia al sistema limbico (cervello emotivo) che al sistema nervoso autonomo (Sna); quest’ultimo è costituito dal sistema nervoso simpatico e dal sistema nervoso parasimpatico che, in modo sinergico, regolano l’omeostasi dell’organismo, ossia la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità”.

Ma perché diventiamo rossi in viso quando siamo in imbarazzo? “Il sistema nervoso simpatico è più comunemente noto per la gestione delle risposte di stress ormonale e neuronale; in seguito, alla sua stimolazione, le cellule cromaffini della midollare del surrene secernono adrenalina, ormone coinvolto nel meccanismo ancestrale di sopravvivenza e noto come ‘fight or flight’ (attacco o fuga). Nella situazione di imbarazzo, il rilascio di adrenalina determina la dilatazione delle vene e dei capillari del viso, suscitando il tipico rossore. L’imbarazzo è una manifestazione emotiva tipica dell’uomo e come affermava Charles Darwin ‘arrossire è la più peculiare e più umana di tutte le espressioni’”, chiarisce Casula. “Nelle situazioni di paura invece, l’adrenalina innesca una serie di reazioni associate alla preparazione dell’organismo verso un’azione muscolare violenta: essa agisce da dilatatore dei vasi sanguigni dei muscoli, che necessitano di un maggiore apporto di sangue (gambe, braccia, etc.), e da vasocostrittore nei vasi ematici delle parti anatomiche, che in questa situazione hanno un’importanza secondaria, per esempio il viso, e questo spiega il pallore tipico della paura”.

Il colore della pelle può però anche subire cambiamenti che indicano la presenza di una patologia, come l’ittero o la cianosi. “L’ittero è un disturbo metabolico che si verifica in seguito all’alterazione del processo di distruzione dei globuli rossi ed è caratterizzato da una pigmentazione giallastra di cute e mucose, dovuta a un patologico alto livello ematico del pigmento biliare bilirubina; quest’ultimo deriva dalla degradazione dell’eme, gruppo dell’emoglobina proveniente dal catabolismo dei globuli rossi”, chiarisce la ricercatrice.  “La cianosi invece è un fenomeno patologico dovuto alla carenza di ossigenazione dei tessuti, caratterizzato dalla colorazione bluastra di cute e mucose dovuta a una concentrazione ematica di emoglobina ridotta”, conclude Casula. “L’ecchimosi o livido è invece un’alterazione cutanea transitoria, che si verifica in seguito a un evento traumatico che provoca la rottura dei vasi sanguigni localizzati vicino alla superficie della pelle. Il sangue proveniente dai capillari si riversa sottocute, causando una macchia, il cui colore vira in modo ben codificato: inizialmente la colorazione è rosso-bluastra per l’accumulo sottocutaneo dell’emoglobina, successivamente la tonalità vira verso il verde per la trasformazione enzimatica dell’emoglobina in bilirubina, la quale viene infine convertita in emosiderina e porta la colorazione ad assumere una tonalità marrone”.

 

FonteAlmanacco della Scienza

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